02 febbraio 2024 – 20:12
Il suo tormento psicologico ha avuto inizio nel novembre del 2023. Da allora, per sei udienze, l’ultima delle quali si è svolta oggi, la giovane studentessa italo-norvegese che accusa Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia, di averla violentata nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo dopo una serata trascorsa in discoteca, ha risposto alle incessanti domande degli avvocati della difesa che cercano di dimostrare che il rapporto sessuale non fu forzato ma consensuale. Nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso, la ragazza ha perseverato. Aveva solo 19 anni al momento dei fatti e oggi ne ha 23, ma è diventata una persona fragile dal punto di vista psicologico a causa di quella terribile notte. Durante una delle giornate più drammatiche in aula lo scorso 7 novembre, ha dichiarato: “Ho tentato più volte il suicidio. Ho corso sui binari verso un treno. Ho avuto numerosi episodi di autolesionismo. Ancora oggi soffro di disturbi alimentari”. L’avvocata Giulia Bongiorno, che rappresenta la ragazza, ha presentato un’istanza al presidente del collegio dei giudici di Tempio Pausania per segnalare l’aggravarsi della situazione psicologica della sua assistita a causa della sua estrema vulnerabilità. Nell’istanza sono state allegati due rapporti, uno dello psichiatra e uno della psicologa della giovane, che hanno evidenziato un aumento delle dosi di psicofarmaci necessarie per il suo benessere. Si fa anche notare che la testimone ha risposto a circa 1.400 domande durante le quattro giornate in cui è stata ascoltata in aula (sei complessivamente), con oltre mille domande diverse. Inoltre, si sottolinea che fino ad ora (escludendo ieri e oggi), la sua testimonianza davanti ai giudici del Tribunale di Tempio ha richiesto 22 ore di udienza, ridotte a 17 al netto delle pause. Per proteggerla, è stata predisposta un’audizione protetta che nelle ultime due udienze l’ha tenuta lontana dagli sguardi degli avvocati grazie a un drappo nero. Tuttavia, ciò non è stato sufficiente a fermare le crisi emotive che l’hanno portata ad abbandonare più volte l’aula: è successo ieri quando ha rifiutato di guardare il breve video della presunta violenza sessuale e anche oggi durante il contro-esame dell’avvocato Mariano Mameli, difensore di Capitta, quando sono stati affrontati alcuni dettagli di quella tragica notte basandosi sulle immagini del video proiettate ieri in aula. L’udienza è stata sospesa per alcuni minuti. “La persona offesa ha mostrato segni di forte emozionalità in quei momenti, ma si tratta di reazioni fisiologiche”, ha dichiarato l’avvocato Mameli al termine dell’interrogatorio. Lo stesso sostiene anche il difensore di Corsiglia, Gennaro Velle: “Siamo soddisfatti del modo in cui si è sviluppato l’intero contro-esame e dei contenuti dichiarativi che emergono, con tutto ciò che comporta in termini di affidabilità e credibilità”. L’audizione è proseguita con le domande del procuratore Gregorio Capasso, che ha chiesto alla ragazza come si sentisse quella sera e se avesse bevuto. Infine, la parte civile rappresentata dall’avvocato Dario Romano – assente Giulia Bongiorno – ha posto i suoi quesiti prima della conclusione dell’udienza da parte del collegio giudicante. “Per quanto ci riguarda abbiamo concluso. L’atmosfera in aula è sempre stata buona, con correttezza e rispetto”, ha commentato Capasso. Le udienze riprenderanno il 7 e 8 marzo prossimi, quando saranno
