10 ottobre 2024 – 11:45
Il processo ai medici imputati per la morte di Sebastiano Gull, 78 anni, è giunto a una conclusione con cinque assoluzioni confermate in Appello. La vicenda, avvenuta presso l’ospedale Santa Croce di Moncalieri a Torino il 31 luglio 2019, ha suscitato un acceso dibattito sulla responsabilità medica e sulle procedure diagnostiche adottate. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso della procura, confermando la decisione di primo grado e rifiutando la rinnovazione del dibattimento.I sanitari coinvolti erano difesi dagli avvocati Enrico Calabrese e Andrea Castelnuovo e erano accusati di omicidio colposo per non aver effettuato gli accertamenti diagnostici necessari, tra cui una tac all’addome con liquido di contrasto, che avrebbero potuto individuare l’ostruzione intestinale nel paziente anziano. Le terapie appropriate non sono state adottate in tempo utile, come l’applicazione di un sondino nasogastrico e la sospensione dell’alimentazione.Il caso risale al luglio 2019 quando il paziente si presentò al pronto soccorso con forti dolori addominali, vomito e singhiozzo persistente. Dopo essere stato trattato per sospetta diverticolite con antibiotici e antidolorifici, il paziente è deceduto a causa di arresto cardiaco e occlusione intestinale.La questione centrale riguardava l’applicazione della legge Gelli-Bianco del 2017 che ha modificato le norme sulla responsabilità medica in ambito penale. I difensori hanno argomentato che i medici non hanno commesso negligenza o imprudenza ma hanno seguito le linee guida cliniche disponibili.In definitiva, la decisione della Corte d’Appello ha sottolineato la complessità del caso e l’importanza di valutare attentamente le circostanze specifiche in cui si verificano eventi dannosi nei contesti medici.