17 luglio 2024 – 03:45
Cinque lunghi anni di attesa per affrontare il processo rappresentano di per sé una punizione, soprattutto quando si tratta di indagati così giovani, appena quattordicenni e quindicenni. Pertanto, anche se gli imputati sono colpevoli di reati gravi come l’apologia del nazismo, dovrebbero essere perdonati senza dover affrontare un processo. Hanno già vissuto un’attesa interminabile, segnata dall’angoscia dello stigma sociale e dalla sensazione di essere stati abbandonati al loro destino. “Abbandonati”: questa è la parola utilizzata dai giudici del tribunale dei minorenni di Firenze nella sentenza che ha concesso il perdono giudiziale a tutti e 19 gli indagati coinvolti. Questi ragazzi avevano creato una chat che ha suscitato sconcerto in tutta Italia: The Shoah party. Il solo nome evocava brividi lungo la schiena, con un susseguirsi di messaggi raccapriccianti contenenti simboli nazisti, inni dedicati a Mussolini e Hitler.