20 ottobre 2024 – 21:01
Durante l’estate caratterizzata da piogge abbondanti seguite da un caldo improvviso, si è verificata una proliferazione incontrollata di zanzare, che hanno trovato nelle pozzanghere e nel fango il luogo ideale per riprodursi. Questi insetti sono diventati portatori di un orbivirus che ha colpito i ruminanti causando la temuta blue tongue, una malattia catarrale che fortunatamente non colpisce gli esseri umani ma rappresenta un grave problema per gli allevatori. Edi Henriet, direttore dell’Arev, l’Associazione degli allevatori valdostani, ha espresso preoccupazione per la diffusione della malattia durante la primavera, quando le temperature più miti favoriscono la proliferazione dei moscerini Culicoides responsabili dell’epidemia.Negli ultimi giorni si sono registrati numerosi focolai della malattia in Valle d’Aosta, con centinaia di bovini colpiti. Nonostante ciò, il servizio veterinario non ha dichiarato allarme e le stalle non sono state bloccate: gli animali sani possono essere spostati anche se presenti in allevamenti con casi di contagio. La blue tongue può essere letale soprattutto per ovini e caprini, mentre nei bovini i decessi sono meno frequenti. Attualmente non esiste una terapia specifica per la malattia e l’unica soluzione efficace è rappresentata dal vaccino.Tuttavia, la produzione di vaccini non riesce a soddisfare pienamente la domanda a causa delle infezioni diffuse negli allevamenti di diversi Paesi. Ciò comporta un aumento dei costi per gli allevatori, che devono far fronte a spese elevate anche a causa dell’incremento dei prezzi dell’energia e dei mangimi. Inoltre, negli ultimi anni si è registrata una presenza sempre più marcata di predatori come il lupo, che costituisce una minaccia soprattutto per ovini e caprini ma coinvolge tutti gli allevamenti presenti nella regione.Nonostante le sfide e le difficoltà incontrate dagli allevatori valdostani, emerge una forte determinazione a investire nel settore. Le mille aziende zootecniche presenti in Valle producono una quantità significativa di latte utilizzato principalmente per la produzione del rinomato formaggio Fontina. Questo dimostra l’impegno e la passione degli allevatori locali nel mantenere viva e prospera l’attività agricola tradizionale della regione.
