Protesta contro la costruzione della cittadella sportiva nel parco del Meisino: manifestanti in piazza Modena.

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15 settembre 2024 – 11:45

Oggi, in un numero consistente di duecento persone, si sono riunite alle 15 in piazza Modena, situata lungo la precollina nel quartiere Sassi. Tra i partecipanti vi erano residenti di varie fasce d’età, ambientalisti, alcuni rappresentanti politici e attivisti muniti di cartelli e striscioni: tutti uniti per esprimere il loro dissenso nei confronti del progetto di costruzione di una cittadella dello sport all’interno del parco del Meisino, un polmone verde nella zona Nord Est della città. A partire dalle 16, hanno preso parte a un corteo diretto verso il parco stesso, dove i lavori per l’opera sono stati avviati dieci giorni fa dal Comune. Durante il tragitto, sono stati scortati dalle forze dell’ordine della Digos e dalla polizia municipale.I manifestanti hanno distribuito volantini con la scritta “Fermiamo la devastazione del Meisino”, promossa dagli attivisti del comitato Salviamo il Meisino. Bruno Morra ha sottolineato che il progetto danneggerebbe irreparabilmente una preziosa riserva naturale ricca di biodiversità. Inoltre, oggi la petizione online contro l’intervento lanciata lo scorso novembre ha raggiunto le 10 mila firme.Il piano prevede la realizzazione di un Centro per l’educazione sportiva e ambientale nel parco con un budget di 11,5 milioni di euro finanziato attraverso fondi Pnrr e con una durata prevista dei lavori di 15 mesi. Saranno installate attrezzature per praticare varie discipline come arrampicata, corsa campestre, tiro con l’arco, orienteering e ciclocross. Inoltre verrà riqualificato l’ex galoppatoio militare abbandonato da quindici anni.L’intervento coinvolgerà una superficie pari a 395 mila euro dei 450 mila totali del parco. Le strutture removibili saranno collocate sul 10 percento dell’area verde dei Sassi. Recentemente alcuni attivisti avevano bloccato gli operai impedendo loro l’accesso al cantiere occupando la strada sterrata che porta all’area dei lavori per oltre tre ore prima che fossero sgomberati dalle forze dell’ordine presenti sul posto.Nonostante le proteste continue degli attivisti scortati dalla Digos nei giorni successivi non sono riusciti a rallentare ulteriormente i lavori in corso nell’area oggetto della controversia.

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