Protesta studentesca contro il sostegno accademico al genocidio in Palestina

30 settembre 2024 – 18:45

Gli studenti e le studentesse dei Collettivi Autorganizzati Universitari (CAU) di diverse città italiane, tra cui Torino, Napoli e Padova, si sono nuovamente mobilitati per denunciare l’atteggiamento complice delle autorità universitarie e dei politici come Bernini e Meloni nei confronti dei crimini di guerra israeliani. Attraverso un nuovo coordinamento nazionale, hanno deciso di rilanciare la loro protesta e il 5 ottobre si riuniranno in piazza a Roma nonostante il divieto del ministro Piantedosi. Con le mani dipinte di rosso a simboleggiare il sangue versato in Palestina e Libano, hanno esposto uno striscione davanti a Palazzo Nuovo con lo slogan “Nuovo anno accademico, università ancora complice del genocidio”. I recenti bombardamenti a Beirut e nel sud del Libano hanno evidenziato ancora una volta l’aggressività di Israele con l’approvazione tacita dei governi occidentali.Il coordinamento dei CAU si propone di rafforzare la mobilitazione studentesca e mettere in discussione i legami tra le istituzioni accademiche italiane e Israele che sembrano rimanere inalterati. Gli studenti accusano pubblicamente le università italiane di sostenere attivamente il genocidio in corso a Gaza e i recenti attacchi contro il Libano perpetrati da Israele. Invitano coloro che entrano in aula ad appoggiare la causa del popolo palestinese nella sua lotta per porre fine all’occupazione sionista, contestando nel contempo le istituzioni accademiche sempre più distanti dai bisogni degli studenti e inclini alla repressione del dissenso.La presenza di Meloni e Bernini viene nuovamente sottolineata come rappresentativa di un governo complicemente bellicoso, come indicato dai manifesti affissi nelle città durante le proteste. Gli studenti ritengono urgente organizzarsi negli atenei e scendere in piazza per difendere la causa palestinese nonostante i divieti imposti dalle autorità, confermando così la loro determinazione nel perseguire la giustizia sociale e condannare qualsiasi forma di oppressione.

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