L’onda delle proteste si è levata con forza nelle strade di Torino, dove una variegata rappresentanza di categorie sociali si è unita per rivendicare un futuro più prospero per il settore automobilistico. Tute blu e colletti bianchi, giovani attivisti del movimento Fridays for Future, sindacalisti provenienti da diverse sigle, rappresentanti istituzionali e persino esponenti della Curia hanno marciato insieme, dimostrando un raro grado di unità e solidarietà. Con una partecipazione stimata intorno alle 12.000 persone secondo le stime sindacali, la manifestazione ha visto un inedito sciopero di otto ore proclamato da sei sigle sindacali principali – Fiom, Uilm, Fim, Ugl, Fismic e i quadri Fiat – che hanno deciso di mettere da parte le divergenze degli ultimi quindici anni per concentrarsi sull’obiettivo comune: chiedere a Stellantis di investire maggiormente e aumentare la produzione nello stabilimento di Mirafiori. La richiesta è chiara: almeno 200.000 nuovi modelli auto devono essere prodotti per evitare il declino economico della città. I lavoratori e le lavoratrici della storica fabbrica sono stanchi della cassa integrazione prolungata, mentre le aziende dell’indotto soffrono per la crisi in corso. Gli operai della Lear, della Delgrosso e della Te Connectivity si uniscono al coro delle richieste insieme alle piccole e medie imprese fornitori del gruppo italofrancese, tutti consapevoli che solo un’immediata azione congiunta potrà salvaguardare il futuro industriale di Torino.
Proteste a Torino per un futuro più prospero nell’automotive
Date: