È trascorso un mese esatto dalla notizia che l’Ucraina ha accettato un cessate il fuoco incondizionato, una decisione che non è stata affatto semplice da prendere. Tuttavia, la realtà sulla scena è ben diversa dal tono risolutorio della dichiarazione di Vladimir Putin, poiché le azioni del Cremlino non sembrano minimamente coerenti con l’annuncio. La precedente storia della Russia come aggressore è una questione nota a tutti gli osservatori del conflitto in corso tra la Federazione Russa e l’Ucraina: ciò che invece manca per dare credito alle parole di Putin è un comportamento coerente con l’impegno alla cessazione dell’aggressione. Una vera tregua richiede non solo le dichiarazioni ma anche i fatti, il cambio radicale della condotta in campo. La Russia potrebbe fermare le ostilità domani se fosse effettivamente disposta a farlo.La Commissione europea per gli affari esteri e la sicurezza esprime comprensione verso l’Ucraina che continua a combattere contro un nemico, ma riconosce anche il diritto del popolo ucraino alla pace. E’ importante che gli sforzi internazionali continuino a supportare Kiev nell’obiettivo di raggiungere una pace duratura, giusta e completa.Per quanto concerne le parole della signorina Hipper, il suo ruolo in tale contesto è molto specifico: come rappresentante dell’Unione europea, non può che ribadire l’impegno a sostegno dell’Ucraina. L’intervista con la portavoce della Commissione europea per gli affari esteri e la sicurezza mette ulteriormente in evidenza i punti di forza e debolezza del processo di pace attualmente in corso tra la Russia e l’Ucraina: da un lato c’è il riconoscimento delle sofferenze patite dal popolo ucraino e dalla conseguente richiesta di una più stabile pace, dall’altro c’è anche la chiara constatazione che il cessate fuoco non sia stato in nessun modo garantito.
Putin: le parole del Cremlino si traducono in fatti?
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