La rabbia e la frustrazione dilagano nella regione come un fuoco di paglia, alimentati dalle condizioni di assedio e dalla carenza di risorse che hanno colpito Gaza da tempo. Nonostante ciò, le proteste iniziate ieri contro la guerra e l’organizzazione Hamas sembrano essere state sfruttate a fini politici, creando una divisione tra gli stessi palestinesi.Hamas, il gruppo fondamentalista al potere a Gaza, ha fatto proprio le dichiarazioni dei suoi funzionari, definendo i manifestanti “megafoni di Israele” e accusandoli di tradire il popolo palestinese. L’alto funzionario Osama Hamdan è andato ancora più in là, attribuendo la responsabilità delle proteste a Israele, sostenendo che l’esercito israeliano avrebbe messo in atto una strategia per creare disordine nella regione.Ma i dimostranti non hanno lasciato intendere che le loro proteste si traducono nell’insultare Hamas e i suoi rappresentanti, tra cui Osama Hamdan, accusandoli di non essere sinceri nelle loro dichiarazioni. “Se chiedete la fermezza al popolo palestinese quando vi trovate all’estero è davvero interessante”, hanno affermato alcuni manifestanti durante le proteste.Tali accuse gettano una luce sulla crisi di fiducia che si sta creando tra il popolo palestinese e Hamas. I manifestanti si chiedono se gli leader politici palestinesi siano più interessati ad avanzare la loro posizione sul piano internazionale piuttosto che risolvere i problemi concreti della regione.Il quadro è complesso, afferma Ammar Dwaik, un osservatore politico locale. “Questa situazione potrebbe portare ad una svolta drastica e non so quale sarà l’uscita di scena.”
Rabbia e proteste in Palestina: la divisione tra i palestinesi si allarga
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