30 luglio 2024 – 14:15
La decisione presa dalla direzione penitenziaria nei confronti di don Luciano Tengattini, successore di don Fausto Resmini scomparso a causa del Covid nel marzo 2020, come precedentemente annunciato dall’edizione bergamasca del Corriere della Sera, ha generato una forte reazione tra gli ospiti della struttura di via Gleno. In una lettera aperta indirizzata al direttore dell’istituto penitenziario, tutti i detenuti della casa circondariale chiedono il ritorno di don Luciano tra di loro. Nel loro appello, i detenuti evidenziano l’impegno del sacerdote nel favorire la riconciliazione con le proprie famiglie e figli, nonché il supporto e il conforto che egli offre nei momenti di bisogno.Nel recente episodio del 19 luglio, all’ingresso in carcere a don Luciano è stato richiesto dal personale della polizia penitenziaria di mostrare ciò che aveva con sé. Durante il controllo sono emerse tre lettere. Il sacerdote si è giustificato spiegando che aveva fornito assistenza per affrancare francobolli e inserire codici postali. Tuttavia, secondo i regolamenti carcerari, è vietato introdurre o far uscire oggetti dalla struttura senza autorizzazione preventiva. Pertanto, la direttrice Antonina D’Onofrio ha deciso di revocare l’incarico a don Luciano, senza specificare se in modo temporaneo o definitivo.Don Luciano ha preferito astenersi dal rilasciare dichiarazioni in merito alla situazione. La sua figura rimane al centro di un dibattito acceso tra gli ospiti della casa circondariale e coloro che apprezzano il suo ruolo di sostegno e conforto all’interno dell’ambiente detentivo. La decisione assunta dalle autorità carcerarie continua a sollevare interrogativi sul futuro del rapporto tra don Luciano e la comunità carceraria, lasciando aperte diverse questioni circa la gestione delle relazioni all’interno dell’istituto penitenziario.