Indagine sulla gestione dell’emergenza idrica ad Andora: interrogativi su San Lazzaro e RivieracquaUn’indagine approfondita, orchestrata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Savona, ha portato a perquisizioni mirate presso le sedi di San Lazzaro spa, con base a Loano, e Rivieracqua spa, situata a Imperia.
L’azione investigativa, disposta dalla Procura della Repubblica di Savona, nasce da una crescente ondata di segnalazioni provenienti da associazioni di consumatori, cittadini e, significativamente, dal sindaco di Andora, Mauro Demichelis, che sollevavano seri dubbi sulla gestione del servizio idrico durante l’emergenza che ha colpito il Comune tra il 2022 e il 2023.
Il fulcro della vicenda ruota attorno a un periodo critico in cui la popolazione di Andora ha subito l’impatto di una grave carenza idrica, manifestatasi con la presenza di acqua salmastra nei rubinetti domestici.
Questa circostanza ha imposto al sindaco Demichelis di emanare una serie di ordinanze restrittive, dal 25 luglio 2022 al 1° febbraio 2023 e poi nuovamente a partire dal 21 luglio 2023, limitandone l’utilizzo agli unici scopi igienico-sanitari e distribuendo acqua potabile in alternativa.
Le indagini preliminari suggeriscono un quadro di possibili irregolarità che coinvolgono entrambe le società.
San Lazzaro spa, in qualità di fornitore, è sotto accusa di non aver garantito la fornitura di acqua potabile a Rivieracqua spa nel corso del 2022 e 2023.
Le accuse riguardano non solo la qualità insufficiente del prodotto erogato, ma anche la presunta sottrazione di volumi d’acqua attraverso condotte non autorizzate e la trasmissione di dati considerati inaffidabili agli organi di controllo regionali.
Questa dinamica solleva interrogativi sulla trasparenza delle operazioni e sulla potenziale manipolazione di informazioni cruciali per la gestione della risorsa idrica.
Rivieracqua spa, gestore del servizio pubblico, è accusata di non aver adeguatamente gestito la situazione di emergenza, determinando una significativa riduzione della fruibilità dell’acqua per usi civili e alimentari, con conseguenze dirette sul benessere della comunità.
La mancata gestione proattiva e l’incapacità di garantire un’alternativa adeguata durante il periodo di crisi hanno esacerbato la situazione, alimentando il malcontento popolare.
L’indagine ha suscitato una forte reazione da parte delle associazioni di consumatori, come Assoutenti, Onda Ligure Consumo Ambiente e il Comitato Acqua Cara in Bolletta Andora, che hanno richiesto una sospensione delle bollette per i periodi di fornitura inutilizzabile.
La situazione di prolungata incertezza e disagio ha portato i residenti a organizzare una toccante “via crucis” per le vie della città, simbolo della frustrazione collettiva.
Le perquisizioni e l’acquisizione di documentazione rappresentano una fase cruciale dell’indagine, volta a ricostruire in maniera dettagliata gli eventi e a verificare le accuse formulate.
L’obiettivo è quello di accertare le responsabilità, tutelare la risorsa idrica e garantire che simili situazioni di emergenza siano gestite in modo efficiente e trasparente, nel rispetto dei diritti dei cittadini.
La vicenda solleva interrogativi fondamentali sulla governance del servizio idrico, sulla necessità di un controllo più stringente e sulla cruciale importanza di una comunicazione tempestiva e veritiera con la popolazione.






