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Liguria

Autovelox di Porra: la Cassazione invita a fare pace

Il caso del controverso autovelox di Porra, a Ventimiglia, si avvia a una risoluzione, segnando un punto di snodo nell’interpretazione del diritto amministrativo e nella gestione dei sistemi di rilevamento della velocità stradale.
La Corte di Cassazione, in una mossa significativa, ha suggerito al Comune di Ventimiglia di desistere dai ricorsi presentati contro le sentenze del Tribunale di Imperia, riguardanti la legittimità dei verbali emessi con l’utilizzo di un autovelox contestato.

L’episodio, che ha generato un’ondata di sanzioni e un acceso dibattito a livello nazionale, nasce da una disputa interpretativa cruciale: la differenza, spesso confusa, tra l’approvazione ministeriale di un dispositivo di rilevamento della velocità e la sua effettiva omologazione, requisito imprescindibile per la validità dei verbali elevati.
Negli anni, l’amministrazione comunale aveva intrapreso una linea difensiva aggressiva, opponendosi alle decisioni del Giudice di Pace di Sanremo, che avevano accolto i ricorsi dei cittadini sanzionati, annullando i verbali contestati.

Questa strategia si era concretizzata nella presentazione di un ventina di ricorsi in Cassazione, innescando un contenzioso prolungato e costoso.
Tuttavia, la Suprema Corte, con una posizione coerente e ripetuta nel tempo (dieci sentenze solo nell’ultimo anno), ha ribadito che la mera approvazione non equivale a omologazione, evidenziando un vizio di legittimità nei procedimenti sanzionatori.

La Cassazione ha quindi adottato una procedura accelerata, prevista dall’articolo 380 bis del codice di procedura civile, giudicando manifestamente infondati i primi otto ricorsi.
Questa decisione sottolinea l’importanza di una corretta interpretazione delle normative che regolano l’utilizzo dei sistemi di rilevamento della velocità.

L’autovelox di Porra, collocato in una zona priva di abitazioni o attraversamenti pedonali, aveva suscitato forti contestazioni non solo per l’elevato numero di sanzioni, ma anche per la proposta del Comune di aumentare il limite di velocità da 50 a 70 km/h, apparendo come una misura orientata più alla produzione di entrate che alla sicurezza stradale.

L’aspetto transfrontaliero del caso ha ulteriormente amplificato la vicenda, coinvolgendo un notevole numero di automobilisti francesi che si sono organizzati in comitati e hanno creato un gruppo Facebook per coordinare le azioni legali.

Il sindaco Flavio Di Muro ha dichiarato di voler valutare attentamente l’invito della Cassazione, consapevoli delle implicazioni legali ed economiche di una scelta o dell’altra.
La vicenda solleva interrogativi sulla trasparenza delle procedure di approvazione dei dispositivi di rilevamento della velocità e sull’opportunità di una maggiore tutela dei diritti dei cittadini di fronte a sanzioni potenzialmente illegittime.
La questione, inoltre, pone l’attenzione sulla necessità di un dialogo costruttivo tra amministrazioni locali, Ministero e magistratura per evitare future controversie e garantire la certezza del diritto.

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