Un’incongruenza di interpretazioni e una disputa sulla rappresentazione artistica hanno acceso un acceso dibattito a La Spezia, innescato dalla segnalazione di un consigliere regionale ligure, Gianmarco Medusei (Fratelli d’Italia).
Il consigliere aveva denunciato la comparsa di un murale all’interno di un circolo Arci, Canaletto, raffigurante un’immagine che, a suo dire, inneggiava all’omicidio dell’attivista americano Charlie Kirk, figura controversa per le sue posizioni di estrema destra.
La replica del circolo Arci Canaletto ha immediatamente negato la veridicità della descrizione fornita da Medusei, contestando l’accusa di istigazione alla violenza e denunciando una distorsione dei fatti.
La dinamica, come ricostruita dai gestori del circolo, è quella di un intervento artistico realizzato da un artista esterno circa un mese prima, nell’ambito di una più ampia iniziativa culturale.
L’opera, tuttavia, è stata rimossa rapidamente, sostituendo la rappresentazione contestata con elementi simbolici di natura diversa: proiettili raffigurati come pezzi di frutta.
L’immagine originaria, come descritta dalla denuncia di Medusei, mostrava una figura armata che sparava due proiettili, i quali recavano le scritte “antifascista” e “Bella ciao”, in un’evidente evocazione delle modalità utilizzate per l’uccisione di Charlie Kirk.
Le fotografie che hanno alimentato la polemica, secondo i responsabili del circolo, risalgono a diverse settimane prima della denuncia e riflettono un momento precedente alla rimozione dell’opera e alla sua successiva reinterpretazione.
La decisione di sostituire il murale originale, secondo la dichiarazione del circolo, è stata motivata dalla volontà di trasformare un potenziale messaggio violento in un’affermazione di pace e conciliazione.
La posizione del circolo Arci Canaletto è chiara: la violenza politica, in ogni sua forma, è inaccettabile, e l’omicidio di Charlie Kirk suscita profonda indignazione e ferma condanna.
L’episodio solleva interrogativi sulla responsabilità artistica, i confini dell’espressione creativa e la percezione pubblica delle opere d’arte, soprattutto quando queste si confrontano con tematiche complesse e dolorose come la violenza politica e la memoria di eventi tragici.
La vicenda rappresenta un esempio di come l’arte possa diventare terreno di scontro e interpretazioni divergenti, mettendo in luce la necessità di un dialogo aperto e costruttivo per comprendere e affrontare le tensioni sociali.







