Con l’avvicinarsi della stagione più fredda, si delineano le nuove disposizioni che regolano l’accensione degli impianti di riscaldamento nel territorio italiano.
L’associazione degli utility manager, Assium, sottolinea l’importanza di una gestione consapevole e attenta, tenendo conto delle normative locali e delle condizioni contrattuali per evitare sanzioni pecuniarie potenzialmente significative, che possono raggiungere i 3.000 euro.
Le date di inizio riscaldamento variano significativamente a seconda della zona climatica di appartenenza, un elemento cruciale per comprendere le limitazioni imposte.
Si tratta di una suddivisione geografica che riflette le differenti esigenze termiche delle diverse regioni, tenendo conto di fattori come l’altitudine, l’esposizione e l’urbanizzazione.
Le province che rientrano nella zona climatica E, una vasta area comprendente gran parte del Nord Italia e alcune province centrali, potranno accendere i propri sistemi di riscaldamento a partire da mercoledì 15 ottobre.
Tra queste troviamo Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza.
Queste aree, caratterizzate da un fabbisogno termico moderato, beneficiano di un avvio anticipato della stagione di riscaldamento.
Un trattamento differenziato è previsto per le province di Belluno, Cuneo e Trento, escluse dalle limitazioni grazie alla loro posizione in alta montagna, dove le temperature sono intrinsecamente più basse.
Le regioni appartenenti alla zona climatica D dovranno attendere il 1° novembre per poter accendere i riscaldamenti.
In questo gruppo rientrano province come Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo.
Il Sud Italia presenta una progressione ancora più graduale: la maggior parte delle province potrà accendere i riscaldamenti il 15 novembre, mentre le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto rientrano nella zona C.
Infine, i residenti nelle province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa, Trapani, Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa, localizzate nelle zone A e B, dovranno attendere l’1° dicembre per dare il via alla stagione di riscaldamento.
Oltre al rispetto delle date stabilite, Assium invita i consumatori a verificare attentamente le tariffe applicate dal proprio contratto di fornitura gas, data la recente diminuzione dei prezzi sui mercati internazionali, che registrano un calo del 24% rispetto al 2023.
È fondamentale consultare i regolamenti comunali e le disposizioni condominiali per evitare sanzioni e garantire un utilizzo efficiente ed ecosostenibile del riscaldamento.







