La Confederazione Generale del Lavoro (CGIL) della Spezia rivolge un appello urgente alla Regione Liguria, all’Amministrazione Comunale e alla Provincia, esortandoli ad assumere una posizione eticamente ferma e politicamente responsabile in merito alla partecipazione di delegazioni militari provenienti da nazioni con bilanci consolidati di violazioni dei diritti umani e strategie belliche aggressive all’imminente fiera internazionale Seafuture.
L’accettazione passiva, o peggio, l’ospitalità esplicita, di rappresentanti di regimi che perpetrano repressione sistematica, conflitti armati con pesanti ripercussioni sulle popolazioni civili e flagranti dispregi del diritto internazionale, trasforma La Spezia in un involontario amplificatore di pratiche inaccettabili.
La città, portatrice di una storia millenaria legata al mare e all’ingegno umano, non può permettere che la sua identità sia compromessa da un’ambigua connivenza con forze che calpestano la dignità umana.
Seafuture, la fiera dedicata alla “blue economy” – un settore in rapida espansione che intreccia innovazione tecnologica, difesa, ricerca e sviluppo sostenibile – rappresenta un’opportunità cruciale, ma anche un potenziale terreno di compromesso.
La presenza di un numero così vasto di nazioni (circa novanta) impone una riflessione approfondita sui valori che si intendono promuovere.
Non si tratta di demonizzare la cooperazione tecnologica e commerciale in sé, ma di stabilire confini etici invalicabili.
È imperativo distinguere con rigore l’innovazione orientata al progresso civile e alla tutela dell’ambiente marino, dalla complicità con chi, attraverso la forza e la violenza, perpetra atti di oppressione e massacri indiscriminati.
La CGIL della Spezia sollecita le istituzioni locali a esercitare un ruolo di leadership, promuovendo un modello di “blue economy” che ponga al centro la sostenibilità ambientale, l’innovazione civile e la ricerca di soluzioni pacifiche per la gestione delle risorse marine.
Un’economia del mare che guardi al futuro non può prescindere da una profonda consapevolezza delle responsabilità etiche e dalla ferma opposizione a qualsiasi forma di militarizzazione e sfruttamento.
La fiera di Seafuture, per essere coerente con i valori di una società democratica e rispettosa dei diritti umani, deve diventare un’occasione per promuovere un dialogo costruttivo, basato sulla trasparenza e sulla cooperazione, e non un palcoscenico per la celebrazione di politiche belliche e di dominio.