Festival del Mediterraneo: Genova e Savona in un viaggio sonoro

0
14

Genova si appresta ad accogliere la 34esima edizione del Festival del Mediterraneo, un evento che affonda le sue radici nel fervore delle celebrazioni colombiane e che, quest’anno, si rivela in una veste ampliata e rinnovata.

Abbandonando la consueta durata, il festival si estende per quindici date, distribuite tra il 30 agosto e il 23 settembre, offrendo un percorso immersivo attraverso le culture e le sonorità che definiscono il bacino mediterraneo e oltre.
L’edizione 2024 non si limita ai confini genovesi, estendendosi per la prima volta alla Fortezza del Priamar di Savona, un sito storico intriso di memorie complesse, testimonianza di scontri e conflitti che oggi si trasformano in palcoscenico per l’armonia e il dialogo interculturale.
Il Festival del Mediterraneo, fin dalla sua concezione, si è posto come un catalizzatore di incontri, un laboratorio dove le tradizioni musicali si fondono, si reinterpretano e generano nuove forme espressive.
Non si tratta semplicemente di una rassegna di generi musicali, ma di un’esplorazione delle relazioni tra di essi, un’indagine sul potere della musica come linguaggio capace di superare barriere linguistiche e geografiche.

Quest’anno, il programma si preannuncia particolarmente ricco e stimolante.

Si pensi alla rielaborazione di brani mozartiani, arricchiti dalle melodie ancestrali delle voci zulu, o all’incontro inaspettato tra la passione del flamenco e la delicata eleganza dell’arpa.
Le complesse strutture dei raga indiani si intrecciano con l’energia del beatbox, creando un ponte sonoro tra Oriente e Occidente.
Un omaggio speciale è dedicato al doloroso anniversario delle esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki, attraverso una performance corale che unisce le voci, le danze e le musiche di Europa e Giappone, un monito potente contro la violenza e un appello alla pace.
Davide Ferrari, direttore artistico e anima pulsante del festival, sottolinea come la musica, nella sua essenza più pura, rappresenti un momento di condivisione collettiva, un’esperienza sensoriale ed emotiva capace di evocare luoghi e storie.

È un archivio vivente, un custode della memoria popolare e, al contempo, uno strumento di esplorazione e cambiamento, un veicolo per la comprensione reciproca e per la costruzione di un futuro più inclusivo.
Giacomo Montanari, assessore alla Cultura del Comune di Genova, evidenzia come il festival si configuri come un’occasione unica per ampliare gli orizzonti culturali degli spettatori, offrendo un viaggio attraverso le arti performative che trascende i confini geografici.
Il riconoscimento ottenuto attraverso i bandi comunali e i fondi governativi testimonia il valore e l’importanza del festival nel panorama culturale nazionale.

Nicoletta Negro, assessora alla cultura del Comune di Savona, conclude con un’immagine potente: la Fortezza del Priamar, da luogo di distruzione e dolore, si trasforma in un cuore pulsante di arte e incontro, un simbolo della capacità della cultura di trasformare il passato in un futuro di speranza e collaborazione.
Il festival si presenta così come un progetto di rilevanza globale, un ponte culturale tra i popoli, un invito ad ascoltare il linguaggio universale della musica.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui