Nel cuore del Ponente ligure, a Savona, la magistratura ha disposto una misura cautelare significativa a carico di un uomo di 44 anni, cittadino albanese, segnando un intervento urgente per tutelare l’incolumità e la serenità di una donna vittima di violenze domestiche.
L’ordinanza di applicazione del divieto di avvicinamento, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Savona, rappresenta una risposta concreta a un quadro di abusi protratti nel tempo e di gravità innegabile.
L’azione legale è stata preceduta da una complessa attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile, nata in seguito a un primo intervento delle Volanti per una segnalazione di lite familiare.
Tale intervento, apparentemente isolato, ha dato il via a un’indagine approfondita che ha progressivamente svelato una narrazione di soprusi e intimidazioni, configurando un chiaro schema di maltrattamenti in famiglia.
Gli elementi raccolti durante l’indagine, supportati da testimonianze e riscontri oggettivi, delineano un quadro allarmante: la donna, per un periodo che va ad aprile 2024, ha subito un reiterato e sistematico comportamento abusivo da parte del marito.
Non si tratta di semplici schermaglie verbali, ma di vere e proprie aggressioni, sia verbali che fisiche, che hanno lasciato tracce tangibili e dolorose.
Un episodio particolarmente grave ha provocato alla donna lesioni fisiche rilevanti, concretizzatesi in un trauma cranico e una frattura delle ossa nasali, con conseguente necessità di cure mediche e un periodo di convalescenza.
La misura cautelare del divieto di avvicinamento, rafforzata dall’applicazione del braccialetto elettronico, costituisce un elemento chiave per garantire la sicurezza della donna e dei suoi familiari.
Il dispositivo, monitorando costantemente la posizione dell’uomo, consente di prevenire contatti indesiderati e di assicurare un perimetro di protezione attorno alla vittima.
Questo caso, purtroppo, riflette una realtà complessa e dolorosa che affligge molte famiglie, dove la violenza domestica si insinua come un veleno, minando la dignità e la sicurezza delle persone.
L’intervento della Polizia di Savona, in sinergia con la magistratura, testimonia l’importanza di un approccio proattivo e tempestivo per contrastare questo fenomeno, offrendo sostegno alle vittime e assicurando che i responsabili rispondano delle proprie azioni.
L’applicazione del braccialetto elettronico, oltre a rappresentare una misura di sicurezza, può anche fungere da deterrente, segnalando la gravità della situazione e l’impegno delle istituzioni a tutelare la vittima.
La speranza è che questo caso possa servire da monito e stimolare una riflessione più ampia sul tema della violenza domestica, promuovendo una cultura del rispetto e della convivenza pacifica.