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venerdì 14 Novembre 2025

Manzù a Bergamo: Il Grande Cardinale torna a casa

Nella vibrante cornice di Bergamo, città che ne vide la nascita e l’evoluzione artistica, si erge ora “Il Grande Cardinale in Piedi” di Giacomo Manzù, un monumento scultoreo che incarna la profondità del pensiero e la maestria tecnica di uno dei più significativi artisti del Novecento.
La sua collocazione permanente in piazza Giacomo Carrara rappresenta un atto di restituzione culturale, un gesto di profonda connessione tra un artista e la sua terra, reso possibile dalla generosa donazione della Fondazione Banca Popolare di Bergamo – Ente Filantropico.
L’opera, un bronzo monumentale realizzato tra il 1985 e il 1988, emerge con la sua imponente presenza, testimoniando un periodo cruciale nella produzione artistica di Manzù.
Uscita dal contesto romano di Ardea, dove l’artista trascorse gli ultimi anni della sua vita, la scultura si integra armoniosamente nel tessuto urbano di Bergamo, dialogando silenziosamente con le istituzioni culturali che la circondano: l’Accademia Carrara, cuore pulsante dell’arte figurativa, il GAMeC, dedicato all’arte moderna e contemporanea, e il Museo Diocesano Adriano Bernareggi, custode del patrimonio artistico religioso della città.
La scelta della collocazione, accuratamente studiata, non è casuale.

L’area verde, situata lungo il margine sinistro della piazza, offre un’esperienza contemplativa privilegiata, invitando a un incontro ravvicinato con l’opera senza ostacolare le visuali verso l’Accademia Carrara e senza compromettere i percorsi di attraversamento.
Questa posizione simbolica crea un punto di convergenza tra l’eredità dell’arte classica e le innovazioni dell’arte moderna, un tema ricorrente nella riflessione di Manzù.
“Il Grande Cardinale in Piedi” non è semplicemente una scultura; è una rappresentazione allegorica dell’uomo contemporaneo, carico di responsabilità, diviso tra fede e dubbio, tra potere e fragilità.

L’espressione angosciata del volto, la postura eretta ma gravosa, il drappeggio monumentale che avvolge la figura, tutto concorre a comunicare un senso di profonda inquietudine esistenziale.

Manzù, con la sua scultura, interroga l’uomo sulla sua condizione, sulla sua missione, sul suo rapporto con il divino e con il mondo.
La cerimonia di inaugurazione, intrisa di significato emotivo e culturale, ha visto la partecipazione di Giulia Manzù, custode dell’eredità artistica del padre e presidente della Fondazione Manzù, insieme alle autorità cittadine – il sindaco Elena Carnevali, gli assessori Sergio Gandi e Francesco Valesini – e al presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, Armando Santus.
Questo momento solenne sancisce l’ingresso definitivo di un capolavoro nel patrimonio artistico di Bergamo, un’opera destinata a ispirare e a interrogare le generazioni future, mantenendo viva la memoria di un artista che ha saputo interpretare con profonda intensità il dramma dell’uomo contemporaneo.
La presenza dell’opera segna un ulteriore passo avanti nel percorso di valorizzazione del territorio e nella promozione di un dialogo continuo tra arte, cultura e comunità.

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