In un contesto di profonda commozione e sotto il velo della massima riservatezza, imposto dal Questore di Venezia Gaetano Bonaccorso, si sono celebrati questa mattina i funerali di Dolores Dori, la giovane donna tragicamente scomparsa a seguito di ferite riportate all’interno di un campo nomadi a Lonato del Garda (Brescia).
Il decesso è avvenuto dopo un abbandono che ha sollevato interrogativi e apprensioni in merito alle dinamiche che hanno preceduto la sua morte, culminata fuori dalle porte dell’ospedale di Desenzano.
La cerimonia, caratterizzata da una partecipazione estremamente limitata e in segno di rispetto per la sua memoria, si è tenuta alle prime ore del mattino, alle 6:30, nel cimitero di Prozzolo di Camponogara, in provincia di Venezia.
La salma, proveniente dall’Istituto di Medicina Legale di Brescia, dove è stata eseguita l’autopsia per accertare le cause del decesso e raccogliere elementi utili all’inchiesta in corso, ha intrapreso un viaggio volto a minimizzare i rischi e a preservare la dignità del momento.
Considerando la sensibilità dell’evento e la necessità di garantire la sicurezza pubblica, le autorità hanno predisposto un percorso di trasferimento il più breve e diretto possibile, escludendo ogni forma di corteo funebre e assicurando una costante sorveglianza da parte delle forze dell’ordine.
Questa scelta, oltre a rispondere a esigenze operative, riflette la volontà di evitare situazioni potenzialmente destabilizzanti e di concentrare l’attenzione sul lutto e sul dolore dei familiari.
L’evento ha riacceso il dibattito pubblico riguardo alle condizioni di vita all’interno delle comunità nomadi e alle problematiche legate all’integrazione e alla marginalizzazione sociale.
La vicenda di Dolores Dori, simbolo di una fragilità che interseca povertà, vulnerabilità e spesso, violenza, ha sollecitato una riflessione più ampia sui meccanismi di protezione e di assistenza a favore delle persone più deboli e ai margini della società.
Si rende necessario un approccio che non si limiti alla reazione di fronte all’emergenza, ma che miri a prevenire e a contrastare le cause profonde di una situazione che, troppo spesso, si rivela fatale.
La scomparsa di Dolores Dori rappresenta un monito severo, un invito a non voltare le spalle a chi si trova in difficoltà e a lavorare per costruire una società più giusta e solidale.





