L’indagine in corso a Brescia, incentrata sulla presunta manipolazione di atti giudiziari che vedrebbe coinvolto l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, assume contorni sempre più complessi con l’acquisizione di una mole significativa di dati telefonici.
L’inchiesta, che ha recentemente reintrodotto nel registro degli indagati Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, figura centrale nel tragico caso dell’omicidio di Chiara Poggi, si avvale ora dell’analisi dettagliata dei tabulati relativi a tre carabinieri in pensione – Silvio Sapone, Giuseppe Spoto e Antonio Scoppetta – che in passato operavano in stretta collaborazione con Venditti.
L’ipotesi accusatoria sostiene che Venditti, con presunta corruzione, avrebbe alterato il corso delle indagini per tutelare un amico legato al fratello della vittima, Chiara Poggi, assassinata a Garlasco nel 2007.
Un elemento cruciale emerso dall’indagine è un pizzino rinvenuto nella casa di Giuseppe Sempio, recante la misteriosa frase “Venditti gip archivia X 20, 30, euro cosa succede?”.
Questo indizio, unito ad altre irregolarità, ha spinto il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano, collaboratore della Guardia di Finanza bresciana, a richiedere l’accesso a una retrospettiva di sette anni di comunicazioni telefoniche relative a sedici linee intestate ai tre ex militari.
La richiesta di dati, giustificata dalla gravità del caso e dalla potenziale connessione con reati di associazione mafiosa e terrorismo, si fonda su un regime speciale di conservazione dei dati che consente alle autorità di ricostruire le comunicazioni a ritroso nel tempo in situazioni eccezionali.
L’obiettivo primario è chiarire opacità riscontrate nelle procedure di notifica della convocazione di Andrea Sempio, nel 2017, e accertare eventuali collusione che avrebbero permesso all’indagato di conoscere in anticipo le domande che gli sarebbero state poste durante l’interrogatorio.
Questa acquisizione di tabulati telefonici si inserisce in un quadro investigativo più ampio, che mira a ricostruire la dinamica interna alle forze dell’ordine coinvolte nelle indagini sull’omicidio Poggi, e a verificare se eventuali irregolarità procedurali abbiano compromesso l’equità del processo.
L’analisi di tali dati, unita all’esame di altre prove documentali e testimoniali, potrebbe rivelare connessioni inattese e fornire elementi cruciali per fare luce su un caso che, a distanza di anni, continua a generare interrogativi e a tormentare l’opinione pubblica.
L’inchiesta Clean 2, che ha già portato alla condanna di Antonio Scoppetta, rappresenta un tassello fondamentale in questo complesso mosaico di indagini.



