Il processo con rito abbreviato a carico di Massimo Adriatici, l’ex assessore alla sicurezza di Voghera (Pavia), si avvia ufficialmente, segnando una fase cruciale nell’indagine sulla tragica morte di Younes El Boussettaoui, cittadino marocchino di 39 anni.
L’evento che ha scosso la comunità vogherese, avvenuto il 20 luglio 2021 in piazza Meardi, ha visto Adriatici, con la sua pistola, diventare il presunto responsabile del decesso del nordafricano.
La decisione del giudice Luigi Riganti, favorevole alla richiesta di rito abbreviato presentata dalla difesa, determina un percorso processuale accelerato, potenzialmente vantaggioso per l’imputato, ma che non sminuisce la gravità delle accuse mosse.
L’accoglienza della richiesta di rito abbreviato implica un esame più rapido e sintetico delle prove, con possibili benefici in termini di attenuazioni di pena in caso di condanna.
Parallelamente, il Tribunale di Pavia ha ammesso un insieme di documentazioni cruciali per la difesa, tra cui una valutazione tecnica sull’arma in questione, finalizzata a determinarne le condizioni e il funzionamento al momento del fatto; una perizia psicologica volta a fornire un profilo dell’imputato, esaminandone lo stato mentale e le condizioni che potrebbero aver contribuito agli eventi; l’interrogatorio formale di Adriatici, che offre la sua versione dei fatti; e le testimonianze di persone a lui vicine, potenzialmente in grado di fornire elementi a suo favore o di chiarire le circostanze che hanno portato al tragico epilogo.
La figura centrale della pubblica accusa sarà affidata a Fabio Napoleone, procuratore della Repubblica di Pavia, il cui compito sarà quello di dimostrare la responsabilità di Adriatici al di là di ogni ragionevole dubbio.
Il calendario processuale prevede una prima fase di requisitoria da parte del pubblico ministero, seguita dagli interventi delle parti civili, composte dai familiari stretti di Younes El Boussettaoui (genitori, fratelli e sorelle), che rivendicano giustizia e risarcimento per la perdita subita.
Successivamente, spazio agli interventi difensivi, per permettere all’imputato e ai suoi legali di presentare le loro argomentazioni e confutare le accuse.
La sentenza, attesa solo per il 30 gennaio 2026, segna il culmine del lungo e doloroso percorso giudiziario, e rappresenterà una pietra miliare per la comunità di Voghera, ancora scossa da questo evento.
L’avvocato Luca Gastini, uno dei difensori di Adriatici, ha espresso soddisfazione per l’accoglimento delle richieste presentate, sottolineando la fiducia nella rapidità del processo e nell’esito positivo per il suo assistito.
La sua dichiarazione, pur contenendo una nota di ottimismo, lascia intendere la complessità della situazione e l’importanza di garantire il diritto alla difesa e un processo equo, nel rispetto delle procedure legali e nel tentativo di fare luce sulla verità dei fatti.
Il caso Adriatici-El Boussettaoui, ben oltre la sua dimensione giudiziaria, solleva interrogativi profondi sulla sicurezza, sulla convivenza civile e sulla gestione delle tensioni in contesti sociali complessi.



