martedì 16 Dicembre 2025

Dominique Velati, dieci anni dopo: l’eutanasia al processo.

A dieci anni dalla scomparsa di Dominique Velati, figura di spicco del movimento radicale e amica di Marco Pannella, l’Italia si confronta con un panorama giuridico in evoluzione riguardante l’accompagnamento alla morte volontaria.
Sei procedimenti penali, distribuiti in quattro città, coinvolgono tredici individui sospettati di aver assistito persone affette da patologie terminali nel loro desiderio di porre fine alle proprie sofferenze in Svizzera, dove l’eutanasia assistita è legale.

Questo scenario è il diretto riflesso di un decennio di battaglie legali e attivismo volto a ridefinire i confini della dignità umana e del diritto alla scelta in contesti di sofferenza ineluttabile.
L’episodio che ha segnato l’inizio di questa complessa vicenda è l’assistenza fornita a Dominique Velati, la cui decisione di recarsi a Berna per porre fine alla propria vita, consumata da una malattia inguaribile, ha generato un atto di disobbedienza civile che ha catalizzato l’attenzione del pubblico e del legislatore.

Marco Cappato, figura centrale nell’associazione Luca Coscioni e nel movimento per i diritti dei malati, si è assunto pubblicamente la responsabilità del supporto logistico e informativo fornito a Velati, con l’intento esplicito di stimolare un dibattito parlamentare sulla legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, proposta nel 2013 e rimasta finora inattiva.

La sentenza della Corte Costituzionale del 2019, conosciuta come il caso “Dj Fabo” (Fabiano Antoniani), ha rappresentato una pietra miliare, riconoscendo la possibilità di ricorrere all’accompagnamento alla morte in circostanze eccezionali, ma lasciando irrisolto il quadro normativo generale.
I procedimenti attualmente in corso a Milano, Firenze, Bologna, Roma e altre città, testimoniano la difficoltà di conciliare il rispetto dei diritti individuali con le esigenze di tutela della vita e la prevenzione di abusi.
Ogni caso, come quello di Romano (Parkinson atipico), Elena Altamira (oncologica), Margherita Botto, Massimiliano (sclerosi multipla), Paola, Sibilla Barbieri, Ines, Martina Oppelli e Fabrizio, solleva interrogativi profondi sulla definizione di “sofferenza intollerabile”, sul ruolo dell’assistenza sanitaria e sulla responsabilità dei cittadini che si espongono per aiutare chi è in fin di vita.

L’azione di Soccorso Civile, di cui Cappato è presidente, e dell’associazione Luca Coscioni, continua a rendere pubblici atti di assistenza, mettendo in luce la sensibilità civile di chi mette a disposizione del dolore la propria compassione e il proprio impegno.

La questione sollevata dal giudice di Bologna, il quale ha disposto un giudizio di legittimità costituzionale sulla presenza del trattamento di sostegno vitale tra le condizioni necessarie per l’accesso all’assistenza, mette il sistema legislativo davanti alla complessità di un tema che il Parlamento italiano non ha ancora affrontato con una legge specifica, se non nel caso del movimento inequivocabile e irreversibile avanzata di malattia.
la richiesta di archiviazione del caso riguardante l’attrice e regista Sibilla Barbieri, e la della pubblica.
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