lunedì 29 Dicembre 2025

Tragedia in Valsesia: lo sciatore disperso è stato ritrovato morto.

La montagna, aspra e silenziosa, ha reclamato un altro figlio.

Ieri, sulle impervie pendici che circondano Alagna Valsesia, si è consumata una tragedia, ponendo fine alla vita di uno sciatore disperso durante una escursione fuoripista.
La notizia, rapidamente diffusa, ha spento l’atmosfera gioiosa tipica delle località sciistiche, lasciando spazio a un velo di tristezza e preoccupazione.

L’allarme, lanciato da un familiare apprensivo che attendeva il ritorno dello sciatore alla base degli impianti, ha immediatamente innescato un complesso e delicato dispositivo di ricerca.
Il Soccorso alpino e speleologico piemontese, con la collaborazione esperta del Soccorso alpino della guardia di finanza e del soccorso piste, si è mobilitato in una corsa contro il tempo, affrontando condizioni ambientali avverse.
Una fitta coltre di nebbia, come un sudario, avvolgeva il versante, rendendo ardua la visibilità e complicando ulteriormente le operazioni.
Il soccorso aereo, un elemento cruciale in contesti alpini così impervi, è stato tempestivamente coinvolto.
L’elicottero della guardia di finanza, grazie alla tecnologia avanzata di localizzazione dei segnali cellulari, è riuscito ad agganciare il segnale del telefono dello sciatore, fornendo un punto di riferimento essenziale.

La localizzazione precisa, avvenuta attorno alle 17:30, ha permesso alle squadre di terra di concentrare gli sforzi in una zona specifica, a valle del Col d’Olen.Il ritrovamento, purtroppo, ha confermato le più cupe previsioni.

Lo sciatore è stato individuato privo di sensi e in stato di ipotermia, un pericolo concreto in ambienti montani a basse temperature e con umidità elevata.

L’ipotermia, infatti, compromette la capacità dell’organismo di regolare la temperatura corporea, portando a un rapido deterioramento delle funzioni vitali.

La tempestiva applicazione del protocollo di eliosoccorso, ovvero l’evacuazione tramite elicottero con personale medico a bordo, è stata fondamentale per garantire il trasporto d’urgenza dello sciatore.
Prima, verso l’ospedale di Borgosesia, per una prima valutazione e stabilizzazione, poi, in codice rosso alle Molinette di Torino, un centro di riferimento per le emergenze mediche.
Nonostante gli sforzi incessanti del personale sanitario, la situazione si è rivelata irrimediabile, e il decesso è stato purtroppo dichiarato.
La vicenda solleva interrogativi importanti sulla prudenza e sulla preparazione necessaria per affrontare le attività outdoor in montagna, in particolare quelle che si svolgono al di fuori delle piste battute.

La montagna, seppur meravigliosa e rigenerante, richiede rispetto, conoscenza del territorio e un’attenta valutazione dei rischi.
L’equipaggiamento adeguato, la pianificazione accurata del percorso e la comunicazione costante sono elementi imprescindibili per garantire la sicurezza di chi la frequenta.
La perdita di una vita giovane è un monito doloroso per tutti.

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