Gli avvocati di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’efferato omicidio di Yara Gambirasio, hanno finalmente potuto esaminare da vicino i reperti e i campioni che sono stati determinanti nel processo giudiziario. Tra gli oggetti estratti dalle tre scatole sigillate, spiccano i leggings e gli slip indossati dalla tredicenne al momento del rapimento, sui quali è stata rinvenuta la traccia genetica 31G20 inizialmente attribuita a un Ignoto e successivamente collegata a Bossetti. La maglietta, la felpa e altri indumenti appartenuti alla vittima sono stati altrettanto analizzati dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che hanno evidenziato la presenza di “23 diluizioni” tra i campioni esaminati.La conservazione dei campioni a temperatura ambiente solleva dubbi sulla loro integrità e sui risultati delle analisi future. I legali hanno sottolineato la necessità di condurre ulteriori test per valutare l’effettiva validità delle prove genetiche presentate durante il processo. L’ipotesi di una richiesta di revisione del caso viene accennata ma rimandata alla conclusione delle nuove analisi.L’emergere della questione delle diluizioni ha portato gli avvocati a mettere in discussione la solidità delle prove presentate in tribunale e a evidenziare presunte incongruenze nel corso del procedimento giudiziario. La certezza che l’Ignoto 1 non corrispondesse a Bossetti viene ribadita con fermezza, basandosi su elementi diversi dalla sola prova genetica.L’importanza dei reperti risiede nella possibilità di effettuare analisi future sui tessuti conservati, mentre sorgono dubbi riguardo alla validità dei campioni stessi. Il lavoro degli avvocati si concentra ora su approfondimenti scientifici che possano fornire elementi nuovi ed esaustivi per una possibile richiesta di revisione del processo.
“Reperti e prove in discussione: avvocati di Bossetti analizzano i campioni cruciali del caso Yara Gambirasio”
Date: