28 febbraio 2025 – 16:22
La Corte di Assise d’appello di Milano ha respinto la richiesta di ammissione degli atti dell’inchiesta bis nel processo d’appello a carico di Alessia Pifferi, condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della figlia Diana. Il legale di parte civile, l’avvocato Emanuele De Mitri, che rappresenta la madre e la sorella di Pifferi, aveva chiesto di acquisire gli atti depositati dal pm Francesco De Tommasi riguardanti le indagini per falso e favoreggiamento a carico dell’avvocata Alessia Pontenani, delle psicologhe coinvolte e del consulente della difesa Marco Garbarini. Secondo l’accusa, queste figure avrebbero influenzato la 38enne per ottenere una perizia psichiatrica manipolata.La Corte ha motivato il suo rifiuto sottolineando che tali prove erano già note alla pubblica accusa del primo grado ma non erano mai state incluse negli atti o valutate dal giudice precedente. Inoltre, ha evidenziato che l’ammissione degli atti potrebbe comportare un’allungamento eccessivo del processo senza apportare elementi decisivi alla risoluzione della controversia. Questa decisione conferma il principio processuale secondo cui è fondamentale garantire un equilibrato svolgimento del dibattimento senza introdurre elementi superflui o ridondanti.L’avvocato De Mitri ha annunciato che presenterà ricorso contro questa decisione, sostenendo che gli atti richiesti sono essenziali per dimostrare la correttezza della difesa di Pifferi e smascherare eventuali irregolarità nell’iter processuale. La vicenda continua quindi ad essere al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria, alimentando il dibattito sulla giustizia penale e sulle modalità con cui vengono condotte le indagini in casi così delicati come quello dell’omicidio della piccola Diana.