La Procura generale di Milano, rappresentata dal sostituto pg Giuseppe De Benedetto, insieme alla difesa, ha richiesto che Renato Vallanzasca venga trasferito dal carcere a una struttura sanitaria per scontare la sua pena in detenzione domiciliare, considerate le sue gravi condizioni di salute.Durante l’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza, il magistrato ha annunciato che la situazione di Vallanzasca è stata confermata come una forma avanzata di demenza e che la detenzione in carcere non è più compatibile con le sue condizioni. Pertanto, si è deciso di modificare il regime detentivo trasferendolo in una struttura specializzata che si è resa disponibile ad accoglierlo.All’udienza erano presenti anche i difensori Corrado Limentani e Paolo Muzzi, oltre a Vallanzasca stesso e un suo amico, imprenditore e tutore legale, definito dai difensori come un vero “angelo custode” per il detenuto. La giudice Carmen D’Elia ha esaminato attentamente le relazioni mediche fornite anche dal servizio di medicina penitenziaria, evidenziando i gravi problemi cognitivi dell’ex boss della banda della Comasina, tra cui paranoia, deliri notturni e afasia che hanno causato numerosi ricoveri negli ultimi mesi. Inoltre, i difensori hanno sottolineato che le condizioni di Vallanzasca sono tali da renderlo incapace di comprendere appieno il concetto della pena inflittagli.Dopo aver individuato la struttura più idonea per accogliere Vallanzasca, situata in Veneto e specializzata nell’assistenza ai malati di Alzheimer con la presenza delle forze dell’ordine nelle vicinanze per garantire la sicurezza dell’ex criminale.
Richiesta di trasferimento per Vallanzasca in struttura sanitaria: grave stato di salute confermato.
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