14 ottobre 2024 – 18:40
La corte d’appello di Palermo ha recentemente rivisto le pene inflitte a una serie di capomafia e gregari trapanesi, su indicazione della Cassazione e a seguito del venir meno dell’aggravante legata al reimpiego economico dei proventi dell’attività mafiosa. Tra i principali protagonisti coinvolti in questa revisione delle condanne troviamo Nicola Accardo, noto boss di Partanna detenuto al 41 bis, la cui pena è stata ridotta da 15 a 10 anni. Anche Calogero Guarino ha visto una diminuzione della sua condanna, passando dagli 11 anni del primo grado agli attuali 8 anni in appello.Giuseppe Tilotta è stato condannato a 8 anni, nonostante avesse precedentemente ricevuto una pena di 11 anni e 4 mesi, mentre Vincenzo La Cascia, capomafia del clan di Campobello di Mazara, dovrà scontare 9 anni e 8 mesi anziché i precedenti 11 anni. Raffaele Urso, altro boss proveniente da Campobello di Mazara, è stato condannato a undici anni e due mesi. Andrea Valenti ha visto la sua pena ridotta da 8 a 7 anni e sei mesi.Bartolomeo Tilotta è stato confermato con una condanna di un anno e dieci mesi per favoreggiamento. Questo processo ha avuto origine da un’indagine della Dda di Palermo che coinvolgeva anche il cognato di Matteo Messina Denaro, Gaspare Como. Durante l’inchiesta sono emersi dettagli sull’interesse del clan nel settore delle scommesse online, insieme a numerosi casi di estorsioni e danneggiamenti.La revoca dell’aggravante in Cassazione ha portato alla riduzione delle pene in appello per Accardo, Bongiorno, Dell’Aquila, Greco, Guarino, La Cascia, Tilotta, Triolo, Urso e Valenti. Questa decisione ha determinato la scadenza dei termini di custodia cautelare per i suddetti imputati.