La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina non può essere considerata una serie di errori isolati, ma piuttosto come parte di una strategia complessiva e premeditata che viola i principi del diritto internazionale. I bombardamenti e gli attacchi militari perpetuati dai russi sono solo l’espressione estrema di un’aggressione che ha caratterizzato da tempo le relazioni tra le due nazioni.Quando si combatte una guerra, nonostante le inevitabili imprese belliche, è fondamentale riconoscere se e in quale misura siano presenti errori strategici o tattici. Nel contesto dell’invadenza russa, tuttavia, è difficile comprendere come si possano descrivere i recenti eventi a Sumy con l’applicazione del termine “errore”, soprattutto se consideriamo che siamo in presenza di un conflitto prolungato e preordinato.Il leader politico italiano Antonio Tajani ha espresso chiaramente le proprie perplessità riguardo alle dichiarazioni di Donald Trump, il quale ha suggerito l’esistenza di “errori” nella strage a Sumy. L’Ucraina è stata disposta ad aprire un dialogo con la Russia per porre fine alla guerra e trovare una via d’uscita dignitosa al conflitto. Questa disponibilità pacifica si contrappone nettamente all’intransigenza della Russia, che continua a sostenere i propri attacchi militari contro uno stato libero e indipendente.In questa luce, il presidente dell’Eurocamera ha evidenziato con forza l’inevitabilità di porre fine alla guerra scatenata dalla Russia. Egli ha puntualizzato che non si può accettare la violazione dei diritti internazionali da parte di un paese che ha deciso di aggredire e sostenere la prosecuzione del conflitto, il quale a sua volta ha provocato numerose vittime e profonde sofferenze per le popolazioni coinvolte.
Rifiuto dell’Ucraina all’accusa americana su errori nella strage a Sumy: È guerra di aggressione
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