21 agosto 2024 – 02:45
La rivolta che ha scosso l’istituto penitenziario minorile Ferrante Aporti ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e caos, con danni stimati a oltre un milione e mezzo di euro. La sommossa è esplosa improvvisamente dopo l’ora d’aria, quando gruppi di detenuti hanno dato fuoco alla biblioteca del piano terra, innescando un’ondata di violenza senza precedenti. Le mura sono state sfondate, le porte divelte, le vetrate ridotte in frantumi. Gli armadi sono stati saccheggiati, i computer distrutti e importanti documenti legali dati alle fiamme.Nessun angolo del carcere è stato risparmiato: persino i bagni sono stati devastati, con lavandini e water ridotti a rottami dai detenuti armati di mazze e bastoni. Il giorno successivo all’episodio, considerato il più grave nella storia della struttura carceraria torinese per minori, numerosi detenuti sono stati trasferiti in altre istituzioni penitenziarie, molti dei quali al Sud.Le autorità stanno indagando per identificare i responsabili della violenta rivolta al Ferrante Aporti: una ventina di detenuti sono attualmente sotto accusa. Nel frattempo, la procura dei minori sta cercando di ricostruire gli eventi accaduti durante quella notte caotica e individuare eventuali complici.Il carcere rimane parzialmente inagibile e off-limits mentre si contano i danni materiali e si valutano le ripercussioni dell’incidente sul sistema penitenziario minorile. La devastazione causata dalla ribellione mette in luce la fragilità delle strutture carcerarie e la complessità della gestione dei detenuti minorenni in un contesto così delicato come quello della pena detentiva.
