Questa mattina, un’eco di protesta ha vibrato nel cuore della capitale, un grido collettivo lanciato dalle realtà più significative del settore della canapa legale, per opporsi all’ostinata persistenza dell’articolo 18 del decreto sicurezza. Non si tratta di una semplice dissenso, ma di una denuncia profonda, un monito contro una scelta politica che rischia di soffocare un’intera filiera industriale, nata e alimentata da principi di legalità, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.L’azione legislativa in questione, lungi dall’essere una misura di sicurezza pubblica, si configura come un passo indietro, una regressione culturale, scientifica ed economica di proporzioni significative. Il suo impatto, quantificabile in un crollo potenziale per oltre 3.000 imprese, un pericolo per l’occupazione di oltre 30.000 lavoratori e un blocco di una filiera che genera un fatturato annuo di 500 milioni di euro, ne fa una questione di primaria importanza per il futuro del paese. La decisione, in aperto contrasto con le normative europee, ignora gli ingenti investimenti diretti in agricoltura di precisione, ricerca avanzata di nuove applicazioni, sviluppo di materiali bioedilizi all’avanguardia e formulazioni cosmetiche e alimentari innovative. A Roma, in particolare, centinaia di attività imprenditoriali, spesso gestite da giovani con una visione imprenditoriale audace, rischiano di subire un colpo irreparabile, con la concreta possibilità di chiusura definitiva. Dietro queste attività ci sono storie di persone che hanno scelto di dedicarsi a un progetto ambizioso, rinunciando a volte a percorsi professionali più consolidati, e che ora vedono il proprio futuro incerto.Roma in Azione, con la voce del consigliere regionale Alessio D’Amato, della consigliera capitolina Flavia De Gregorio e della consigliera del Municipio XIII Claudia Finelli, si impegna a difendere questo settore con determinazione, sia all’interno che all’esterno delle istituzioni. La richiesta non è di favoritismi, ma di regole chiare, di certezza del diritto e di una visione moderna, lungimirante, che sappia cogliere le opportunità che la filiera della canapa legale può offrire al paese. Il segretario di Azione, Carlo Calenda, ha sottolineato l’importanza strategica di questo settore, evidenziando che la coltivazione della canapa legale è un motore di occupazione per 33.000 persone e che la decisione di ostacolarla equivale a una manovra distruttiva, paragonabile alla chiusura di un’azienda delle dimensioni di Fiat. Questa scelta, frutto di un approccio ideologico miope, rischia di sprecare un’occasione unica per lo sviluppo di un settore innovativo, sostenibile e capace di creare valore aggiunto per l’economia nazionale, spingendo competenze e investimenti all’estero.
Canapa Legale: Protesta a Roma Contro il Decreto Sicurezza
Pubblicato il
