Il tavolo tecnico permanente per la concertazione in materia di coltivazione della nocciola si è riunito ieri presso la Regione Lazio, evidenziando la gravità di una crisi che sta mettendo a dura prova un settore agroalimentare di primaria importanza per l’economia regionale, e in particolare per la Tuscia.
La seduta, presieduta dal consigliere Giulio Zelli, presidente della commissione Agricoltura, ha visto la partecipazione di una platea ampia e diversificata, che ha compreso rappresentanti istituzionali di alto livello – dal capo segreteria dell’assessorato all’Agricoltura, Annibale Conti, a dirigenti regionali – sindaci dei comuni coinvolti, rappresentanti sindacali e delle associazioni di categoria, e figure chiave del panorama scientifico e tecnico, tra cui Arsial, Enea, Crea, l’Università della Tuscia, e l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Viterbo.
L’oggetto della discussione, come noto, ruota attorno a un quadro di degrado sanitario delle coltivazioni, caratterizzato dalla pervasività del marciume bruno, della cascola e, soprattutto, dell’invasività della cimice asiatica.
Questi agenti patogeni e infestanti stanno determinando una necrosi diffusa delle piantagioni, con perdite economiche quantificate in 160 milioni di euro.
La gravità del fenomeno si traduce in una perdita di produzione che varia dal 70% all’80%, arrivando al 100% in alcune aree particolarmente colpite, una situazione che compromette la sopravvivenza di numerose aziende agricole e la continuità di una filiera produttiva di eccellenza.
Di fronte a questa emergenza, la Regione Lazio, in un approccio sinergico con le regioni Piemonte e Campania, ha deciso di perseguire la via del ricorso in deroga allo stato di calamità naturale.
Questa procedura, che richiede l’approvazione del Ministero dell’Agricoltura, aprirebbe la strada a specifiche forme di finanziamento, tra cui aiuti e risarcimenti diretti per le imprese agricole colpite.
Parallelamente, l’assessorato all’Agricoltura, seguendo le indicazioni dell’assessore Righini, ha elaborato una piattaforma specifica volta a quantificare i danni subiti e a distribuire in modo equo le risorse disponibili.
Questa iniziativa prevede anche un’analisi approfondita delle problematiche legate al marciume bruno, alla cimice asiatica e alla cascola, con l’obiettivo di individuare soluzioni mirate e sostenibili.
Un ulteriore passo avanti è stato compiuto attraverso un emendamento al recente collegato di bilancio, presentato dal consigliere Zelli, che ha stanziato 30.000 euro per uno studio congiunto tra Unitus e Arsial.
Questa ricerca, condotta direttamente sul campo, mira a un’analisi scientifica dettagliata del fenomeno, al fine di sviluppare strategie di contrasto efficaci e innovative.
L’attenzione si concentra inoltre sul ringiovanimento delle coltivazioni, riconoscendo che le piante più datate risultano essere le più vulnerabili agli attacchi patogeni e infestazioni, suggerendo un approccio di gestione a lungo termine per la resilienza del settore corilicolo.
La speranza è che, attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, scienza e imprese, sia possibile superare questa crisi e garantire un futuro sostenibile per la produzione di nocciole nel Lazio.








