mercoledì 8 Ottobre 2025
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Flottiglia verso Gaza: un equipaggio all’insegna dell’umanità

A bordo della “Flottiglia bis”, intercettata all’alba dalle autorità israeliane, si è concentrata un’eterogenea costellazione di figure, ben oltre il semplice profilo di medici e giornalisti.
L’imbarcazione principale, la “Conscience”, incarnava un mosaico di competenze e motivazioni, un microcosmo di impegno civile e umanitario.

Riccardo Corradini, figura familiare al pubblico grazie al documentario “Erasmus a Gaza”, rappresentava la continuità di un percorso dedicato all’assistenza e alla testimonianza.

Accanto a lui, Stefano Argenio, infermiere di esperienza con un background in terapia intensiva romana, portava con sé la competenza clinica necessaria in contesti di emergenza.
Francesco Prinetti, giovane medico torinese, attivista di Ultima Generazione, testimoniava l’impegno delle nuove generazioni nella lotta per la giustizia sociale.
Elisabeth Di Luca, attivista siciliana con formazione in pedagogia e ricerca, portava con sé una visione interdisciplinare, integrando l’azione politica con l’educazione e la riflessione critica.

Claudio Torrero, un’intellettuale in evoluzione, ex docente di filosofia, che ha intrapreso un percorso monastico buddhista, arricchiva la missione con una prospettiva contemplativa, focalizzata sulla compassione e la non-violenza.

Vincenzo Fullone, filosofo di formazione e imprenditore visionario, ha incarnato il legame profondo con Gaza, trasformando la sua passione in un’agenzia di comunicazione e, successivamente, in una vocazione culinaria, elevando la gastronomia locale a simbolo di resilienza e identità culturale.
La composizione della flotta non si limitava alla “Conscience”.
Sulle imbarcazioni più piccole, che componevano la “Thousand Madleens to Gaza”, si trovava Beatrice Lio, marittima veneta esperta, il cui mestiere garantiva la sicurezza della navigazione.

Lorenzo Bresciani, stimato neurologo dell’ospedale di Padova, offriva la sua competenza medica specializzata, mentre Lorenzo Mollicone, giornalista e attivista, documentava l’esperienza con uno sguardo critico e sensibile, portando la voce di Gaza a un pubblico più vasto attraverso le pagine di “Scomodo”.

Questa variegata combinazione di profili, che spaziava dalla medicina alla filosofia, dall’educazione alla comunicazione, evidenziava la natura plurale e multidimensionale dell’impegno umanitario e politico verso la Striscia di Gaza, trascendendo le definizioni convenzionali e abbracciando una visione olistica della solidarietà.
La flotta non era solo un convoglio di aiuti materiali, ma una piattaforma di voci, competenze e umanità, unite dalla volontà di rompere il silenzio e di promuovere un futuro di pace e giustizia.

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