La luce ha squarciato il crepuscolo lungo Viale Trieste alle 17:30, in una cerimonia carica di significato e commozione.
L’arteria stradale, che si estende per oltre due chilometri collegando Viterbo alla frazione di La Quercia, si è vestita di un abito scintillante di luminarie, un gesto inedito che si erge come tributo a Leonardo Cristiani, il giovane di soli quattordici anni strappato alla vita in un tragico incidente motociclistico proprio su quel viale.
L’iniziativa, nata dall’ingegno e dalla sensibilità di Irene Temperini, presidente della Pro Loco, rappresenta molto più di una semplice illuminazione festiva.
È un atto di resilienza collettiva, un tentativo di trasformare il dolore in speranza, l’oscurità in un bagliore di ricordo.
“Per i genitori, ogni passaggio lungo questo viale era un monito, un’eco del dolore”, ha spiegato Temperini durante la presentazione.
“Abbiamo sentito l’urgenza di colmare quel vuoto, di portare la luce dove prima regnava l’ombra”.
L’illuminazione, concepita come un abbraccio di speranza per la famiglia Cristiani e per l’intera comunità, culmina con l’installazione di una scultura angelica, posta esattamente nel punto dove la vita di Leonardo si è spenta.
L’angelo, un simbolo potente di trascendenza e di pace, non è solo una commemorazione, ma un’interpretazione artistica del percorso compiuto da Leonardo, elevato ora a custode spirituale del viale.
“Leonardo è ora un angelo di luce”, ha affermato Temperini con voce rotta dall’emozione, “e il modo più appropriato per onorare la sua memoria è attraverso questa luminaria che, come faceva lui, illuminerà i nostri cuori e guiderà i nostri passi”.
L’evento ha visto la partecipazione di una folla commossa, un popolo che, attraverso la luce e il ricordo, tenta di lenire il dolore e di ritrovare un senso di comunità, guardando al futuro con la speranza che la luce di Leonardo possa continuare a brillare, ispirando gentilezza e serenità.
L’illuminazione del viale rappresenta, in definitiva, un atto di amore collettivo, un gesto concreto per trasformare la sofferenza in un simbolo di speranza e ricordo eterno.






