mercoledì 8 Ottobre 2025
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Adriana Mater: L’Opera di Roma inaugura con Saariaho e Sellars

L’Opera di Roma inaugura la stagione con un evento di profonda risonanza artistica: la prima italiana di *Adriana Mater*, l’opera di Kaija Saariaho, firmata dal celebre regista americano Peter Sellars.

Dal 9 al 6 ottobre, la Fondazione capitolina accoglie un’opera che si configura come una pietra miliare nella storia del melodramma, un’esplorazione commovente e complessa della maternità, del trauma e della trasmissione intergenerazionale del dolore.

Ernest Martínez Izquierdo, giovane e promettente direttore spagnolo, guida l’Orchestra dell’Opera di Roma in questo percorso emotivo, segnando il suo debutto con l’istituzione romana.

Il cast stellare vede Fleur Barron nell’interpretazione magistrale del ruolo di Adriana, affiancata da Axelle Fanyo (Refka), Nicholas Phan (Yonas) e Christopher Purves (Tsargo), con la direzione del Coro a cura di Ciro Visco.
La scenografia è curata da Camille Assaf, le luci da Ben Zamora, e il sound design da Timo Kurkikangas, elementi che promettono un’esperienza sensoriale immersiva.
Peter Sellars, amico intimo e collaboratore di Kaija Saariaho, sottolinea l’unicità dell’opera, nata dal desiderio della compositrice finlandese di colmare una lacuna significativa nel panorama operistico: la mancanza di opere incentrate sulla figura materna, scritte da una donna.
“C’è una conoscenza intrinseca, un’empatia profonda, che solo una donna può possedere nel rappresentare l’esperienza della maternità – afferma Sellars – Adriana Mater è un’opera che attinge a questa conoscenza, restituendoci un ritratto potente e universale.

” Sellars, che ha diretto *Adriana Mater* in diverse occasioni, fin dal suo debutto a Parigi nel 2006, ne ha seguito l’evoluzione fino alla sua ultima rappresentazione a San Francisco nel 2023, poco prima della scomparsa della compositrice.
La sua visione registica, caratterizzata da una fusione audace tra tradizioni culturali europee e americane, si è distinta in prestigiosi festival e teatri, dalla Boston Shakespeare Company alla Biennale di Venezia, testimoniando la sua capacità di innovare e di ridefinire i confini del teatro.

L’opera è ambientata in un contesto bellico, un paesaggio desolato e violento che funge da specchio delle fragilità umane e delle ferite profonde che il conflitto lascia.

Adriana, protagonista tormentata, si trova a portare avanti una gravidanza generata dalla violenza subita da Tsargo, un soldato, nonostante l’opposizione veemente della sorella Refka.
La sua scelta, motivata da un istinto primordiale e da una complessa rete di sentimenti, si rivela essere la scintilla di un dramma che si protrae nel tempo.

Il figlio, Yonas, crescendo, manifesta un’inquietudine profonda e un’oscurità interiore che alimentano il dubbio nella mente di Adriana: il suo destino è inestricabilmente legato alle circostanze traumatiche della sua nascita, un fardello ereditato che minaccia di soffocare ogni possibilità di redenzione.
*Adriana Mater* non è semplicemente un’opera sulla maternità; è un’indagine sulla responsabilità, sul peso del passato e sulla difficoltà di spezzare un ciclo di violenza.

Dopo la prima, sono previste quattro repliche, offrendo al pubblico l’opportunità di confrontarsi con un’opera che, al di là della sua bellezza musicale, pone interrogativi fondamentali sull’umanità.

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