Il 26 settembre il Teatro dell’Opera di Roma accoglierà un evento di grande respiro musicale, con Diego Ceretta che, dopo un percorso di apprendistato e affiancamento di figure di spicco come Daniele Gatti, si appresta a dirigere l’Orchestra in un concerto dedicato a due colossi del tardo Romanticismo: Johannes Brahms e Antonín Dvořák.
Questo appuntamento, che conclude la stagione sinfonica 2024/25, non solo segna il debutto di Ceretta in veste di direttore principale, ma proietta il Teatro Romano in una riflessione sulla genesi e l’eredità di due figure musicali che, pur distinte per background e sensibilità, dialogano in maniera sorprendente.
Ceretta, con un’audacia programmatica, ha scelto di affrontare il Concerto per violino in re maggiore, op.
77, di Brahms, un’opera che incarna la maestria compositiva e l’intima malinconia del compositore tedesco, in parallelo con la Sinfonia n.
7 di Dvořák, un’opera densa di riferimenti folklorici e di una profonda connessione con la terra boema.
La scelta non è casuale: come ha egli stesso sottolineato, la selezione si è concretizzata attorno all’interesse di esplorare le affinità e le divergenze tra le due estetiche, riconoscendo in Dvořák un interprete, a sua volta, del linguaggio brahmsiano.
La presenza del virtuoso violinista Marc Bouchkov, di origine russo-ucraina, arricchisce ulteriormente l’evento, introducendo una dimensione interpretativa transculturale che promette di illuminare le sfumature del concerto brahmsiano.
Bouchkov, anch’egli al debutto con l’Opera di Roma, porta con sé una sensibilità artistica forgiata in un crogiolo di influenze culturali, suggerendo un approccio al repertorio che va oltre la mera esecuzione tecnica.
Diego Ceretta, nato nel 1996, si configura come una delle voci più promettenti nel panorama della direzione d’orchestra contemporanea.
La sua ascesa, rapida e meritata, testimonia una profonda dedizione allo studio e alla ricerca musicale, unita a una visione interpretativa originale e accattivante.
La nomina a direttore principale dell’Orchestra della Toscana nel 2023, a soli ventisette anni, rappresenta un riconoscimento del suo talento e della sua capacità di guidare un’orchestra di alto livello.
La sua carriera, già costellata di successi, lo ha visto cimentarsi con opere di ampio respiro, dirigendo prestigiose orchestre in Italia e all’estero.
Dalla vibrante energia dell’Arena di Verona alla raffinatezza dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, passando per l’impegno culturale del Maggio Musicale Fiorentino e la rilevanza internazionale della Filarmonica di Cracovia, Ceretta ha dimostrato una versatilità e una maturità interpretativa che lo distinguono.
L’osservazione di Ceretta riguardo alla prevalenza delle proposte operistiche per i direttori italiani, sia in Italia che all’estero, riflette una realtà complessa del panorama musicale contemporaneo, ma sottolinea anche la sua volontà di mantenere un equilibrio tra i due generi, per garantire una crescita artistica completa e una profonda connessione con il pubblico.
Il concerto di settembre, dunque, non è solo un debutto, ma una dichiarazione d’intenti, un invito a esplorare il ricco universo della musica sinfonica e a celebrare il genio di Brahms e Dvořák.