sabato 18 Ottobre 2025
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Cuba e Alaska: Resilienza e Speranza nel Conflitto Ucraino

Il documentario “Cuba e Alaska”, opera di Yegor Troyanovsky, offre uno sguardo intimo e lacerante sulla resilienza umana nel cuore del conflitto ucraino.
Più che un resoconto di guerra, è un’esplorazione della forza di due giovani donne, Yulia Cuba e Oleksandra Alaska, soldate e soccorritrici paramediche che navigano l’incertezza e l’orrore sulla linea del fronte.
Il film si immerge nella quotidianità di un nucleo militare in movimento, un’unità legata da un profondo senso di cameratismo.
Tra bombardamenti e assalti, le risate, l’ironia tagliente e le battute leggere rappresentano un baluardo fragile ma essenziale contro l’assalto costante della disperazione.
Questo legame fraterno, alimentato da giochi e confidenze, diventa un’ancora per mantenere vive le speranze e i sogni individuali: Cuba aspira a una carriera come stilista, una vocazione che trova inaspettatamente spazio nel contesto bellico, mentre Alaska coltiva il talento del disegno.
L’equilibrio precario del gruppo viene tragicamente interrotto quando Oleksandra subisce ferite in un attacco di drone.
Il ricovero a Kiev segna l’inizio di un lungo e difficile percorso di riabilitazione, aggravato da attacchi di panico che ne offuscano la prospettiva.

Nel frattempo, Yulia si trova a confrontarsi con una realtà ancora più ardua, costretta a sopportare il peso della solitudine e della responsabilità.

In questo contesto di profonda vulnerabilità, nasce un sentimento inatteso: l’amore per un compagno d’armata, culminando in un matrimonio che sembra offrire una parvenza di normalità, per poi essere scombussolato da una nuova, devastante rivelazione.

Yegor Troyanovsky, che ha personalmente conosciuto Cuba e Alaska passando da giornalista a soldato nelle forze speciali ucraine, sottolinea l’importanza di percepire le protagoniste come individui, al di là del loro ruolo di soldatesse.
Il documentario non si limita a mostrare la violenza e la distruzione; cerca di catturare la gioia di vivere, la determinazione e la speranza che persistono, seppur flebili, in un paese martoriato dalla guerra.

Il racconto si arricchisce di dettagli intimi e sorprendenti, come l’uso di Instagram, dove le due ragazze condividono pensieri contrastanti, oscillando tra l’angoscia esistenziale e la scelta di una playlist musicale.
La loro decisione di arruolarsi, lasciando alle spalle vite civili, è un atto di coraggio e di difesa della propria nazione.

Tuttavia, la guerra ha conseguenze inimmaginabili, e l’illusione di poter “mettere in pausa” la propria esistenza si rivela un’utopia irrealizzabile: il tempo, una volta interrotto, non può essere semplicemente ripreso.

Le ferite, sia fisiche che emotive, lasciano cicatrici indelebili, alterando per sempre il corso delle loro vite.
Il documentario, con la sua cruda verità e la sua commovente umanità, si configura come un potente monito sulla fragilità della vita e sulla forza indomabile dello spirito umano.

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