Riccardo Milani, con la sua ultima opera cinematografica “La vita va così”, ha inaugurato la Festa del Cinema di Roma con un approccio che trascende la consueta presentazione di un film.
La scelta di un dialogo diretto con il pubblico, in un contesto intimo e suggestivo come il cinema Tevere di Castiglione in Teverina, un’istituzione locale gestita con passione da una famiglia da quasi sei decenni, rivela un desiderio profondo: instaurare un vero scambio culturale.
L’introduzione musicale a cura del violinista e compositore Leonardo Ceccani, legato indissolubilmente al territorio, ha ulteriormente arricchito l’atmosfera, sottolineando il legame tra arte, comunità e identità.
“La vita va così” non è semplicemente un *legal drama*; è un’indagine antropologica, una riflessione amara e commovente sulle fragilità e le speranze delle realtà marginali italiane.
Ambientato in un lembo di Sardegna meridionale, un paesaggio mozzafiato che rispecchia la bellezza selvaggia e la durezza della vita, il film attinge a una storia vera, un microcosmo che racchiude le problematiche che affliggono interi territori.
L’iniziativa di Milani di portare il suo film nei piccoli borghi, un gesto inusuale nel panorama cinematografico contemporaneo, testimonia la sua attenzione verso le comunità locali e la sua volontà di creare un ponte tra il grande schermo e la vita quotidiana.
Il regista ha sottolineato come questi luoghi, spesso dimenticati, siano depositi di resilienza, di umanità e di valori che meritano di essere valorizzati.
Attraverso la figura di Efisio Mulas, un pastore solitario custode di una terra contesa, il film affronta temi cruciali come la speculazione edilizia, la perdita di identità, la lotta per la sopravvivenza e la difesa del proprio territorio.
Milani ha espresso l’auspicio di poter parlare a tutti, di stimolare il confronto e il dialogo, anche con chi la pensa diversamente, riconoscendo la crescente polarizzazione sociale e la facilità con cui si creano divisioni.
Il regista ha lanciato un appello alla necessità di superare le ostilità e costruire un futuro di cooperazione, evidenziando come la condivisione e l’inclusione siano elementi essenziali per il benessere collettivo.
La sua visione si proietta verso un futuro in cui la valorizzazione delle peculiarità del territorio, la creazione di opportunità lavorative e la promozione di uno sviluppo sostenibile possano restituire dignità e speranza ai piccoli borghi, come Castiglione in Teverina, che incarnano l’anima autentica dell’Italia.
La sua presenza nei piccoli centri non è una mera esibizione, ma un impegno concreto per un cinema che sia voce dei silenzi e custode delle memorie.








