La famiglia Caetani evoca immediatamente figure di spicco nella storia europea: Papa Bonifacio VIII, architetto del Giubileo del 1300, e il celebre orientalista Leone Caetani, voce autorevole nello studio dell’Islam.
Tuttavia, una figura meno nota, ma non per questo meno significativa, emerge ora al centro di un’importante retrospettiva: Sveva Caetani, artista poliedrica e intellettuale acuta, il cui universo creativo è esplorato in una mostra di grande respiro presso lo Spazio Extra del Maxxi, intitolata “Sveva Caetani – Forma e Frammento”.
L’esposizione, curata da Chiara Ianeselli, si configura come un’immersione complessa e affascinante, offrendo al pubblico l’opportunità di conoscere a fondo una personalità artistica troppo a lungo rimasta nell’ombra.
L’ampiezza del percorso espositivo è notevole: oltre duecento opere, documenti e materiali d’archivio si dispiegano per tracciare un ritratto sfaccettato di Sveva Caetani, rivelandone la profondità intellettuale e la sensibilità artistica.
Al centro della mostra si staglia il ciclo “Recapitulation”, una serie di 47 acquerelli realizzati tra il 1975 e il 1989, un’opera monumentale che incarna la ricerca interiore dell’artista e il suo tentativo di dare un senso alla propria esistenza.
Come sottolinea la curatrice Ianeselli, il lavoro di Sveva è inestricabilmente legato alla figura paterna, il cui influsso intellettuale e spirituale permea l’intera sua produzione.
L’artista, in un atto quasi simbolico, sceglie di affidare al padre un ruolo guida in questo viaggio interiore, strutturato in modo da richiamare la struttura della “Divina Commedia” di Dante, in una rielaborazione personale volta alla ricostruzione e all’integrazione delle proprie esperienze vitali.
La mostra, come afferma la presidente del Maxxi, Emanuela Bruni, rappresenta un’occasione unica per il panorama artistico italiano, promuovendo un’approfondita ricerca e una divulgazione capillare di una figura di straordinario valore, spesso trascurata.
Nata a Roma nel 1917, la vita di Sveva Caetani fu segnata da eventi traumatici e da un percorso esistenziale intriso di sofferenza.
La prematura scomparsa del padre nel 1935 aprì uno squarcio profondo nella sua giovinezza, e successivamente la costrinse a un lungo periodo di isolamento presso la sua dimora a Vernon, in Canada, a seguito del deterioramento psichico della madre, Ofelia, in seguito al lutto.
Questa condizione di reclusione, apparentemente limitativa, si trasformò paradossalmente in un catalizzatore per un’intensa attività intellettuale.
Sveva Caetani si dedicò allo studio di autori classici, filosofi, scienziati, attingendo a un repertorio vastissimo che le permise di elaborare una visione del mondo originale e complessa, e trasformando questa profonda solitudine in un’arma di resilienza e rinascita creativa.
L’esposizione si arricchisce di una sezione dedicata alla ricostruzione della storia familiare, offrendo al pubblico documenti inediti provenienti dalla Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana, Fondazione Leone Caetani, e presentando, in prestito dalla Fabbrica di San Pietro in Vaticano, un busto marmoreo di Papa Bonifacio VIII, a testimonianza delle radici storiche e del peso del cognome Caetani.
La mostra non è quindi solo un omaggio a un’artista misconosciuta, ma un’opportunità per ripercorrere la storia di una famiglia che ha segnato profondamente la cultura europea.