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giovedì 23 Ottobre 2025

Tagli alla mobilità: il futuro del trasporto pubblico a rischio.

La manovra finanziaria in corso proietta ombre sul futuro del trasporto pubblico italiano, segnando una revisione drastica degli investimenti pianificati per il potenziamento e l’ampliamento della rete ferroviaria e metropolitana nazionale.

Le cifre emerse dalle tabelle allegate al provvedimento legislativo rivelano una riduzione complessiva dei finanziamenti destinati a progetti cruciali per la mobilità urbana e regionale, con implicazioni potenzialmente significative per la qualità della vita dei cittadini e la sostenibilità ambientale.

In particolare, la linea C della metropolitana romana, un’opera che aspira a connettere il centro storico con le aree periferiche e i comuni dell’hinterland, subisce una penalizzazione di 50 milioni di euro nel 2026.
Questa decisione rischia di compromettere il completamento di segmenti chiave del progetto, rallentando i tempi di percorrenza e limitando l’accesso a un servizio di trasporto pubblico efficiente per una vasta popolazione.
Parallelamente, la linea M4 di Milano, un’infrastruttura strategica per la conurbazione lombarda, vede diminuire le risorse disponibili di 15 milioni di euro, con possibili ripercussioni sull’implementazione di nuove stazioni e sull’ottimizzazione delle frequenze di esercizio.
La sinergia tra il trasporto rapido di massa e la rete ferroviaria regionale è un elemento chiave per lo sviluppo del Mezzogiorno.
Il progetto di collegamento tra Afragola e la metropolitana di Napoli, volto a integrare il trasporto locale con la rete nazionale, risente di un taglio di finanziamento di 15 milioni di euro, mettendo a rischio non solo l’estensione della rete ma anche la fornitura di mezzi di trasporto moderni e tecnologicamente avanzati.

Tale riduzione investe direttamente la capacità di creare un sistema di mobilità integrato e capillare, essenziale per ridurre i divari territoriali e favorire lo sviluppo economico del Sud.
La transizione verso una mobilità più sostenibile, pilastro delle politiche europee e nazionali, risente pesantemente di questa revisione finanziaria.
Il Fondo per la mobilità sostenibile, destinato a promuovere soluzioni innovative e a ridurre l’impatto ambientale del trasporto, subisce una riduzione di 13 milioni di euro nel 2026.
Anche il Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane, un’infrastruttura cruciale per incentivare la mobilità dolce e migliorare la qualità dell’aria nelle città, è penalizzato di 2 milioni di euro.
Questa contrazione delle risorse limita la possibilità di investire in infrastrutture dedicate alla mobilità ciclabile, rendendo più difficile il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e di promozione di uno stile di vita più sano.
La manovra finanziaria solleva interrogativi cruciali sulla priorità attribuita al trasporto pubblico e alla sostenibilità ambientale nel contesto delle politiche nazionali.
Le riduzioni dei finanziamenti, sebbene presentate come necessarie per il contenimento del debito pubblico, rischiano di compromettere la realizzazione di infrastrutture strategiche, penalizzando la mobilità dei cittadini, ostacolando lo sviluppo economico del Paese e rallentando la transizione verso un futuro più sostenibile.
È imperativo un ripensamento di queste scelte, privilegiando investimenti mirati e progetti di lungo termine che possano garantire un sistema di trasporto pubblico efficiente, accessibile e rispettoso dell’ambiente.

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