La recente edizione di “Più Libri Più Liberi” è stata segnata da un’aspra polemica e da una serie di defezioni, un episodio che ha scatenato un acceso dibattito sull’etica e la governance delle fiere letterarie indipendenti.
Luciana Castellina, figura di spicco nel panorama culturale italiano, ha espresso un giudizio netto sulla vicenda, definendola “sciocchezza”, soprattutto in relazione all’assenza di alcuni autori invitati che avrebbero dovuto presentare opere pertinenti al tema della fiera.
Il fulcro della controversia ruota attorno alla partecipazione di “Passaggio al Bosco”, una casa editrice la cui linea editoriale ha sollevato critiche e contestazioni.
Questa decisione ha innescato un effetto domino, portando alla rinuncia di importanti voci letterarie, tra cui quella di Zerocalcare, autore di grande successo e popolare.
Castellina, intervenendo durante un evento dedicato alla presentazione di “Roma Ribelle.
La Resistenza nella capitale 1943-1944″ di Marisa Musu ed Ennio Polito e “Le radici profonde” di Valerio Renzi, ha sottolineato l’importanza di un confronto aperto e costruttivo.
“Assentarsi non ha senso,” ha affermato, evidenziando la necessità di un dialogo che superi le divisioni e promuova una comprensione reciproca.
Tuttavia, l’episodio ha portato alla luce una lacuna strutturale e normativa che Castellina definisce preoccupante: l’assenza di regole chiare e condivise che governino l’organizzazione di queste manifestazioni letterarie.
Poiché molte fiere sono gestite in forma privata, spesso da case editrici stesse, Castellina suggerisce l’adozione di un regolamento che imponga la presentazione preventiva dei programmi da parte degli espositori.
Questa misura permetterebbe agli organizzatori di esercitare un controllo sui contenuti proposti, garantendo la coerenza tematica e la rispetto dei principi etici condivisi.
L’assurdità della situazione è accentuata dal fatto che, nonostante le proteste e le defezioni, la fiera abbia registrato un buon numero di vendite.
Questo, secondo Castellina, dimostra che le reazioni negative e le assenze non hanno avuto l’effetto desiderato e che la questione di fondo rimane irrisolta.
In una prospettiva più ampia, Castellina propone un intervento legislativo che applica la legge contro l’apologia del fascismo in modo più rigoroso, eliminando così la possibilità di espressioni che celebrano ideologie incompatibili con i valori democratici.
La sua riflessione, in definitiva, sollecita una profonda revisione del sistema delle fiere letterarie, promuovendo trasparenza, responsabilità e un impegno condiviso per la salvaguardia dei principi fondamentali della cultura democratica.
La vicenda, al di là della polemica contingente, si rivela un campanello d’allarme sulla necessità di definire un quadro normativo chiaro e condiviso per tutelare la libertà di espressione e la dignità della cultura.






