La mobilitazione studentesca si intensifica a Roma, con l’insediamento di un presidio permanente alla Sapienza, un atto di solidarietà verso la Global Sumud Flotilla.
Questo gesto, pregno di significato simbolico, rievoca le precedenti occupazioni studentesche e si configura come risposta concreta alla missione volta a rompere il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza.
Il corteo oceanico di ieri, che ha attraversato le vie della capitale, si traduce oggi in una presenza continuativa, un’istanza di pressione costante e visibile.
Le tende, da tempo diventate un’icona delle proteste studentesche, vengono riallestite, configurando un vero e proprio spazio di aggregazione e dibattito.
Gli studenti di “Cambiare Rotta”, promotori dell’iniziativa, esprimono un’indignazione profonda e un’esigenza imperativa di giustizia.
La loro rivendicazione va oltre il singolo evento, abbracciando la sofferenza e la perdita subite dalla popolazione palestinese: le vittime innocenti, i bambini colpiti dalla malnutrizione, i professionisti sanitari e giornalisti assassinati nell’esercizio del loro dovere.
La richiesta di isolamento, boicottaggio e sanzioni nei confronti di Israele non si limita a una critica politica, ma si presenta come un imperativo morale, una necessità di contrasto a pratiche giudicate inaccettabili: genocidio, pulizia etnica, occupazione illegale e regime di apartheid.
L’appello lanciato agli studenti di tutta Italia è un invito all’azione, un’esortazione a emulare il coraggio e la determinazione dei portuali che hanno già manifestato la loro solidarietà.
L’obiettivo è trasformare ogni istituzione accademica, ogni luogo di istruzione, in un punto focale di resistenza e supporto alla Flotilla, un laboratorio di consapevolezza e un motore di cambiamento sociale.
La conferenza stampa prevista per domani, presso la Minerva, offrirà un’opportunità per approfondire le motivazioni alla base di questa iniziativa e per delineare le strategie future.
Il presidio permanente rappresenta non solo una risposta immediata, ma un impegno a lungo termine per la giustizia e la dignità del popolo palestinese, un monito costante alla comunità internazionale affinché agisca con decisione per porre fine al conflitto e garantire il rispetto dei diritti umani.