06 ottobre 2024 – 11:45
Le recenti ammissioni di Cristian Ferrario, considerato il prestanome dei leader ultrà nerazzurri Andrea Beretta e Antonio Bellocco, hanno rappresentato una crepa nella solida facciata del silenzio adottato da tutti gli arrestati nell’ambito dell’indagine milanese che ha smantellato le gerarchie delle curve Nord e Sud. Il giudice Domenico Santoro ha completato oggi il ciclo di interrogatori presso il carcere di Opera, confrontandosi direttamente con Gianfranco Ferdico, padre di Marco, un altro capo delle tifoserie nerazzurre, insieme a Renato Bosetti e Giuseppe Caminiti. Quest’ultimo, legato alla ‘ndrangheta come Bellocco, è anche accusato dell’omicidio del 1992 di Fausto Borgioli, affiliato alla banda di Francis Turatello. Mentre i tre detenuti e altri due agli arresti domiciliari sono stati convocati in tribunale ma hanno scelto di non rispondere alle domande, Ferrario – assistito dall’avvocato Mirko Perlino – ha confessato i suoi reati: è stato accusato di trasferimento fraudolento di denaro per aver agevolato l’associazione mafiosa dei Bellocco nel ricevere 40.000 euro con una causale fittizia per “restituzione per cucina”, al posto dei due capi ultrà che eludevano così le norme sulla prevenzione patrimoniale. Nel frattempo si attende la decisione della Prefettura sulla richiesta di protezione avanzata dal Procuratore Marcello Viola per il pm Paolo Storari, co-titolare dell’indagine che ha portato alla luce gli intrecci tra affari illeciti e criminalità organizzata nel mondo delle tifoserie di San Siro. Emergono dettagli scioccanti come la sete di vendetta della suocera di Bellocco o i tentativi del detenuto Gherado Zaccagni di infiltrarsi nei parcheggi vicino all’Olimpico di Roma tramite contatti con Claudio Lotito e il Coni. Infine, spunta anche il nome del rapper Fedez coinvolto in una rissa al ‘The Club’ e nell’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino, dichiarando minaccioso: “Lasciatemi stare che l’ammazzo che io sono di Rozzano”.