24 ottobre 2024 – 14:33
Il nuovo capo del Ministero della Cultura, Alessandro Rossi, ha preso il timone con determinazione dopo il breve mandato di Francesco Spano. L’inchiesta di Report ha scosso le fondamenta dell’istituzione, ma Rossi si è subito messo al lavoro per riportare serenità e trasparenza. Mentre osserva dalla sua elegante stanza a palazzo Giustiniani gli eventi che si svolgono nel cuore di Roma, non nasconde la preoccupazione per le accuse rivolte al suo predecessore Francesco Gilioli. Le voci su presunte fughe di notizie verso Report hanno alimentato il dibattito interno, ma Rossi si è impegnato a fare luce sulla questione in modo equo e imparziale.Gilioli, dal canto suo, si difende strenuamente dalle accuse mosse da Alessandro Giuli, sottolineando la mancanza di prove concrete a suo carico. Nonostante le pesanti dichiarazioni del ministro sul presunto comportamento scorretto di Gilioli nell’affaire BocciaSangiuliano, quest’ultimo continua a ribadire la propria innocenza e a negare qualsiasi coinvolgimento con i media.La tensione tra i vertici del Ministero e il Senato è palpabile, con il presidente Ignazio La Russa e il capogruppo Maurizio Gasparri che cercano di fare chiarezza sulla vicenda. In un clima di diffidenza reciproca, emerge la figura del conduttore Sigfrido Ranucci che difende Gilioli da eventuali accuse infondate: “Non abbiamo ricevuto documenti da lui”, afferma categorico.Nonostante le pressioni e i sospetti che circondano Gilioli, rimane un alone di mistero su chi abbia realmente orchestrato la caduta di Spano. Mentre l’ex capo di gabinetto della Cultura preferisce rifugiarsi nella sua stanza evitando i contatti esterni, Rossi si impegna a ristabilire la fiducia all’interno dell’istituzione e a portare avanti le riforme necessarie per rilanciare il settore culturale del Paese.
