14 maggio 2024 – 15:40
Il dottor Vito Lorusso, ex primario di oncologia medica presso l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II, ha accettato di patteggiare una condanna a 5 anni di reclusione per le accuse di peculato e concussione. Lorusso è stato arrestato nel luglio del 2023 per aver richiesto denaro ai pazienti affetti da cancro in cambio di visite mediche, ricoveri ospedalieri e per accelerare le pratiche burocratiche. Il giudice Paola Angela De Santis del Tribunale di Bari ha ratificato il patteggiamento della pena, imponendo anche all’imputato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dal contrattare con la Pubblica Amministrazione.La vicenda giudiziaria coinvolge non solo il dottor Lorusso ma anche la sua famiglia: la figlia Maria Carmen Lorusso, ex consigliera comunale a Bari, è stata coinvolta nell’inchiesta sul voto di scambio politicomafioso che ha portato a numerosi arresti. In particolare, si è scoperto che Lorusso avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss “Savinucci”, per favorire l’elezione della figlia in cambio di cure mediche per un parente del capoclan deceduto successivamente.La sentenza emessa oggi include anche la condanna al pagamento delle spese legali alle parti civili coinvolte, tra cui la Regione Puglia, l’Istituto Oncologico e l’Ordine dei Medici. Secondo l’accusa, il dottor Lorusso avrebbe sfruttato una posizione di autorità per costringere i pazienti affetti da tumore a pagare somme ingiustificate pur di essere seguiti da lui e evitare lunghe attese nel Servizio Sanitario Nazionale. La condotta del medico è stata definita come creazione di una “situazione di sudditanza psicologica” nei confronti dei malati curati, denigrando sia il SSN che i suoi colleghi al fine di ottenere vantaggi economici personali.