Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia: una inaspettata retromarcia sulla semilibertà.

09 aprile 2025 – 13:47

Il processo della Costa Concordia continua a rivelare aspetti inediti e inaspettati, come l’inaspettata decisione presa dall’ex comandante Francesco Schettino, condannato per il naufragio del 2012 che fece registrare una delle più grandi tragedie della storia recente dell’umanità. La notizia di un’improvvisa retromarcia sulle richieste di semilibertà lanciate da parte dei difensori dell’ex comandante è stata diffusa ai media solo dopo la conclusione del dibattito. In via definitiva, Schettino rischia 16 anni di reclusione a causa del disastro che si verificò nel gennaio 2012: il tragico naufragio della Costa Concordia ebbe come conseguenza diretta la morte di ben 32 persone. Alcuni dei parenti delle vittime presenti in tribunale hanno espresso un forte senso di insoddisfazione riguardo alla recente mossa dell’ex comandante: sembra che questi ultimi siano stati travolti da un’inattesa decisione della difesa. Alcune delle reazioni dei parenti delle vittime sono state pericolosamente vicine allo stendere una “messa di accusa” nei confronti del procuratore della Repubblica che ha guidato le indagini e contro i giudici di Sorveglianza che hanno condannato l’ex comandante. Secondo quanto riportano gli avvocati difensori del capitano, Schettino non intendeva ritirare la richiesta di semilibertà; i suoi legali sostennero infatti di aver trascurato un dettaglio: un errore tecnico che causò l’invio della richiesta al tribunale. Il caso in cui è coinvolto Schettino continua ad avere una forte attenzione dei media nonostante sia passata ormai più di una decina d’anni dall’infortunio: la popolarità del comandante sembra tuttavia essere aumentata e lui stesso, al pari della moglie, è diventato una sorta di personaggio mediatico. I giudici del tribunale di Sorveglianza devono in via definitiva stabilire se l’ex comandante debba restare dentro o meno; il problema più grande sembra essere che la difesa stessa non sia riuscita a trasmettere al tribunale il modulo corretto per richiedere la diminuzione della pena.

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