Un gruppo di trentaquattro donne detenute in un carcere iraniano ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame come forma di protesta per commemorare il secondo anniversario delle rivolte contro il regime autoritario del Paese. Questo atto di resistenza è stato reso noto dalla fondazione del Premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi, che ha sottolineato l’importanza di ricordare le vittime come Mahsa (Jina) Amini, una giovane curda iraniana la cui tragica morte in prigione ha scatenato le prime proteste. Le prigioniere politiche nel carcere di Evin hanno deciso di aderire a questo gesto estremo per ribadire il loro impegno per i diritti umani, la libertà e la dignità delle donne in Iran. La determinazione e la forza dimostrate da queste donne sono un segno tangibile della resilienza e della volontà del popolo iraniano nel perseguire la giustizia e la democrazia nonostante le avversità. Questo atto coraggioso mette in luce anche il coraggio e la determinazione delle donne iraniane nel combattere l’oppressione e difendere i propri diritti fondamentali. La solidarietà internazionale è essenziale per sostenere queste prigioniere politiche nella loro lotta per la libertà e la giustizia, affinché possano essere liberate e continuare a essere voci coraggiose per il cambiamento in Iran.
Sciopero della fame delle donne detenute in Iran: un gesto di resistenza e coraggio
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