Scompare Antonio Paolucci, figura di spicco nel mondo dell’arte e della storia, lasciando un vuoto incolmabile.

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05 febbraio 2024 – 20:45

Antonio Paolucci, uno dei massimi storici dell’arte in Italia, è stato ricordato oggi come un “gigante della scena culturale italiana”, una “guida per generazioni di storici dell’arte” e un “genio del restauro della Basilica di Assisi”. La sua carriera è stata caratterizzata da numerose sfaccettature, dimostrando la sua versatilità come raffinato divulgatore e uomo delle istituzioni. La sua scomparsa a 84 anni ha lasciato un vuoto nella comunità artistica italiana.Paolucci ha dedicato la sua vita alla cultura, ricoprendo importanti ruoli come soprintendente del Polo museale del capoluogo toscano e ministro dei Beni culturali nel governo di Lamberto Dini dal 1995 al 1996. Ha anche guidato i Musei Vaticani, un incarico che Papa Francesco ha elogiato come un servizio “generoso e competente” nel telegramma inviato al suo decesso.Nato a Rimini il 29 settembre 1939, Paolucci si è laureato in storia dell’arte a Firenze sotto la guida di Roberto Longhi. Ha iniziato la sua carriera come “piccolo ispettore di provincia” nel capoluogo toscano e successivamente ha ricoperto importanti posizioni nelle soprintendenze di Venezia, Verona e Mantova. È stato direttore dell’Opificio delle Pietre dure, soprintendente del Polo museale fiorentino, direttore per i beni della Toscana e direttore ‘pro tempore’ della Galleria degli Uffizi. Nonostante sia stato costretto alla pensione nel 2006 per raggiunti limiti di età, ha ringraziato Dio per aver potuto dedicarsi all’attività che amava di più per quasi 40 anni.Paolucci è stato protagonista di due emergenze: la ricostruzione degli Uffizi dopo l’attentato all’Accademia dei Georgofili nel 1993 e la ricostruzione della Basilica di San Francesco ad Assisi dopo il terremoto, per cui ha ricevuto la cittadinanza onoraria. È stato considerato un innovatore nel campo dei beni culturali, puntando alla loro valorizzazione, divulgazione e conservazione. Durante il suo mandato come soprintendente fiorentino, ha contribuito a mantenere i musei aperti anche nel pomeriggio, ampliando l’accessibilità culturale.A Firenze, Paolucci è ricordato per aver salvato l’eredità dell’antiquario Stefano Bardini e per aver progettato i Nuovi Uffizi. Ha anche partecipato alla commissione che ha premiato la Loggia di Isozaki. Oltre ad essere un raffinato divulgatore attraverso libri e articoli giornalistici, Paolucci si è sempre distinto come una voce critica e indipendente che non ha mai evitato il dibattito pubblico. Ha messo in guardia sulla crescita sregolata del turismo a Firenze, temendo che potesse trasformare la città in una sorta di Disneyland del Rinascimento.Il funerale di Antonio Paolucci si terrà domani nella Basilica della Santissima Annunziata a Firenze. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per il mondo dell’arte e della cultura italiana.

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