12 dicembre 2024 – 13:31
Il diritto a ottenere uno sconto di pena è stato riconosciuto a Bruno Nirta, il presunto capo della ‘ndrangheta condannato in via definitiva nel 2023 per essere stato al vertice di una locale presente in Valle d’Aosta. La Cassazione ha respinto un ricorso presentato dalla procura generale dell’Aquila, confermando che “il clan è ancora operativo”. Nirta aveva ricevuto una condanna a 12 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione, ma grazie ai suoi legali ha ottenuto la ‘liberazione anticipata’ per i semestri di pena espiati tra gennaio 2019 e luglio 2023. Questo beneficio si basa sull’impegno dimostrato nel partecipare alle attività di rieducazione e sulla correttezza dei rapporti con gli operatori carcerari, i compagni detenuti e la famiglia.La procura generale dell’Aquila ha contestato questa decisione evidenziando la persistente affiliazione ‘ndranghetistica di Nirta, basandosi sul ruolo verticistico che ricopre e sull’attuale operatività del clan. Tuttavia, i giudici di sorveglianza hanno osservato che non sono emersi comportamenti sintomatici della continuativa affiliazione al contesto ‘ndranghetistico originario da parte del detenuto. La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui non è possibile collegare automaticamente l’ipotesi di legame con la criminalità organizzata al mancato ravvedimento o alla mancata dissociazione dell’interessato.