Le indagini condotte hanno portato alla luce un intricato sistema di evasione fiscale che coinvolgeva nove individui di nazionalità cinese, tra cui due imprenditori già arrestati lo scorso giugno. Queste persone agivano come titolari effettivi o gestori di aziende che venivano chiuse al sopraggiungere di controlli fiscali, per poi riaprirle con una nuova identità e proprietario. I reati contestati riguardano la frode fiscale e l’omessa dichiarazione dei redditi.L’indagine ha rivelato un diffuso schema di evasione fiscale e contributiva basato sul meccanismo delle cosiddette “imprese apri e chiudi”. Le società individuali, avviate solo pochi anni prima, interrompevano le attività non appena si verificavano i primi debiti con il fisco. I due imprenditori coinvolti avrebbero eluso il pagamento delle tasse per quasi vent’anni.Inoltre, la procura ha proceduto al sequestro preventivo di beni e denaro per un valore complessivo di 5 milioni di euro, tra cui dieci aziende, 18 immobili, sette autovetture e conti bancari con oltre mezzo milione depositato. Tali misure non sono state contestate e sono finalizzate a garantire la continuità delle attività imprenditoriali coinvolte e la tutela dei dipendenti tramite l’incarico di amministratori giudiziari.Le indagini proseguono al fine di individuare eventuali professionisti che potrebbero aver agevolato gli imprenditori nel perpetrare le pratiche illegali. La magistratura è determinata a perseguire tutte le persone coinvolte in questa vasta rete di evasione fiscale, nell’interesse della legalità e della correttezza del sistema tributario.
“Scoperto sistema di evasione fiscale gestito da imprenditori cinesi: sequestro di beni per 5 milioni di euro”
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