26 luglio 2024 – 19:47
La sentenza della Corte Costituzionale ha posto fine al lungo contenzioso relativo al Teatro di San Carlo, più di un anno dopo l’emanazione del decreto legge che prevedeva il pensionamento dei sovrintendenti settantenni degli Enti lirici, causando la revoca dell’incarico del solo Stephan Lissner, contrattualizzato fino all’aprile 2025 dal Massimo napoletano. Tuttavia, nel settembre del 2023, il Tribunale del Lavoro di Napoli ha deciso per il reintegro di Lissner, sancendo oggi l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma 3, del decreto-legge in questione.Secondo fonti ministeriali, la Consulta ha rilevato la mancanza dei presupposti di necessità e urgenza per intervenire tramite decreto-legge, senza entrare nel merito della decisione di stabilire un’età massima per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. Tale scelta rimane quindi discrezionale per il governo. La vicenda del San Carlo è stata al centro dell’attenzione durante l’estate scorsa a causa dei numerosi ricorsi e colpi di scena: Lissner era infatti l’unico sovrintendente italiano ad aver superato i 70 anni e il suo incarico era cessato a seguito del decreto.Il manager francese ha combattuto legalmente la decisione e è stato reintegrato a settembre. Il ministro della Cultura aveva nel frattempo nominato Carlo Fuortes come nuovo soprintendente, ma la sua esperienza napoletana è durata poco a causa del reintegro di Lissner. Il Tribunale di Napoli ha respinto il ricorso della Fondazione contro tale decisione, sostenendo che il decreto violasse principi costituzionali tra cui quello sull’uguaglianza dei cittadini.Con la sentenza odierna della Corte Costituzionale si ribadisce che il ricorso ai decreti d’urgenza deve rispettare limiti costituzionali e regole giuridiche fondamentali per garantire il ruolo del Parlamento e dei principi democratici. Questa decisione sottolinea l’importanza di mantenere gli equilibri costituzionali nella produzione normativa e nell’esercizio del potere politico.